St. Moritz punta sull'arte contemporanea. La nota località sciistica alpina sarà presto teatro di una grande rassegna: protagonista Damien Hirst, al centro del progetto con oltre quaranta opere allestite in location all'aperto e al chiuso della città.
Attivissimo durante il 2020 con dirette-video sui social network, iniziative umanitarie e raccolte fondi a sostegno del servizio sanitario inglese, Damien Hirst si prepara a tornare sul “campo di battaglia”. Quello vero, quello dell’arte che conta. Succede con la grande mostra Mental Escapology, l’evento diffuso in spazi interni ed esterni della città di St. Moritz, in Svizzera.
Aperta a partire dal prossimo 19 gennaio, e curata da Jason Beard, la rassegna occuperà aree pubbliche della nota località sciistica elvetica, entrando in dialogo con i vasti e imponenti scenari montuosi del paesaggio alpino. Esempio ne è l’opera The Monk: una scultura alta oltre tre metri e mezzo (già parte del progetto “veneziano” Treasures from the Wreck of the Unbelievable), eccezionalmente installata sul lago ghiacciato nei pressi del centro cittadino.
Visitabile fino al 23 febbraio, la mostra non si limita però solo al contesto urbano. Diverse anche le strutture al coperto coinvolte nella rassegna, per un totale di circa quaranta lavori disseminati in luoghi di culto e centri artistici della città.
È il caso delle opere della serie Natural History – i noti corpi di animali conservati nella formaldeide, esposti presso l’edificio neoclassico Forum Paracelsus – o Kaleidoscope Paintings – i grandi “mandala” realizzati con ali di farfalle, installati nella chiesa protestante nel centro della città. Un progetto esteso e ambizioso, dunque, che ribadisce l’intenzione ormai da tempo cavalcata da St. Moritz: ritagliarsi un ruolo di prim’ordine nel panorama artistico europeo.
[Immagine in apertura: Damien Hirst, The Monk, 2014. Installation image of Lake St. Moritz, 2020. Photographed by Felix Friedmann © Damien Hirst and Science Ltd. All rights reserved, DACS 2020]