La tecnologia ha fatto passi da gigante e il vapore domina negli spostamenti globali. Ma può il mondo essere diventato così piccolo da poterne fare il giro in soli 80 giorni? È questa la domanda che si pone Phileas Fogg, protagonista del celebre romanzo scritto da Jules Verne nel 1873. Un graphic novel dona nuova veste alla storia.
“Ma io sono molto serio. Anzi, ho ventimila sterline depositate alla Baring brothers & co. che sono volentieri disposto a rischiare. Sono pronto a scommettere che farò il giro del mondo in ottanta giorni, vale a dire millenovecentoventi ore, o ancora centoquindicimiladuecento minuti”. Comincia con queste parole la strabiliante avventura del gentiluomo inglese Phileas Fogg e del suo cameriere Passepartout, descritta all’interno de Il giro del mondo in 80 giorni: classico senza tempo di Jules Verne, ora tradotto in graphic novel dalle menti di Loïc Dauviller e Aude Solheilac (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina).
Pubblicato dalla casa editrice Tunué (recentemente in libreria con lo splendido volume illustrato da Shaun Tan), il fumetto dona nuovo lustro al romanzo del 1873. Già a partire dalle prime pagine, segnate dalla scommessa del precisissimo e puntiglioso Fogg, il lettore è infatti condotto per mano all’interno di un lungo viaggio fatto di peripezie, pericoli e grandi avventure scandite nelle varie tappe del cammino intorno al pianeta.
È così che, con l’obiettivo di girare il globo in meno di tre mesi, i due protagonisti viaggiano da Londra a Suez fino Bombay. E poi ancora Calcutta, Hong Kong, San Francisco e Chicago. Ultima meta è, appunto, la capitale inglese, a cui fare ritorno entro il 21 dicembre. Un libro che scorre velocissimo e che sembra adattarsi al “palato” di ogni lettore, ma che soprattutto riesce a dare nuova forma a un classico ancora capace, evidentemente, di far sognare.