Lo Sposalizio della Vergine di Raffaello “torna a casa” grazie alla tecnologia

24 Dicembre 2020

Raffaello Sanzio, Sposalizio della Vergine. Immagine Haltadefinizione

Far “rivivere” un’opera del passato è una delle sfide più audaci per chi si occupa di cultura. Ricontestualizzare un lavoro consegnato alla storia, mettendolo nella condizione di creare nuovi significati nel presente, è un’impresa affascinante e ardua allo stesso tempo. Un’impresa forse impossibile, a meno che non si ricorra alle più sofisticate tecnologie dei nostri giorni. È quanto successo con lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, opera d’esordio dell’urbinate, da ieri (23 dicembre) tornata a occupare nuovamente gli spazi della Chiesa di San Francesco a Città di Castello, in provincia di Perugia, per cui nel 1504 venne realizzata.

Conclusa a soli 21 anni per questo luogo sacro, e successivamente rimossa per mano di un generale napoleonico, la pala d’altare – attualmente di proprietà della Pinacoteca di Brera – è stata infatti riprodotta in maniera estremamente fedele attraverso un sofisticato processo di acquisizione e stampa 3D d’avanguardia. Una “missione” portata a compimento da Haltadefinizionetech company del gruppo Franco Cosimo Panini Editore – e che conclude in grande stile questo 2020, anno celebrativo del cinquecentenario dalla scomparsa del pittore nato a Urbino.

MOLTO PIÙ CHE UNA COPIA

Donata in maniera permanente alla chiesa perugina, e posta nella cappella per cui originariamente fu pensata, l’opera consiste in un “clone” tridimensionale realizzato in “gigapixel+3d”, tecnica che permette di ottenere esemplari digitali a elevata risoluzione dei dipinti grazie all’unione ed elaborazione di migliaia di singoli scatti fotografici del medesimo soggetto, poi ricomposti attraverso algoritmi appositamente studiati.

Il risultato è una pala d’altare tridimensionale precisa nell’ordine della decina di micron, in grado di riportare alla luce non solo l’immagine del capolavoro, ma persino il tocco del pennello e la matericità del colore passato sulla superficie (imperfezioni comprese). Insomma, una vera e propria copia “gemella” del dipinto raffaellesco, resa ancora più vicina all’originale dall’applicazione dell’antica cornice lignea dorata, riportata al suo splendore e collocata intorno alla replica.

IL COMMENTO DI LUCIA PANINI

L’acquisizione dello ‘Sposalizio della Vergine’, il capolavoro di Raffaello conservato alla Pinacoteca di Brera, si inserisce nel progetto ‘L’arte impossibile’ col quale ci siamo posti l’ambizioso obiettivo di realizzare repliche perfette dei grandi capolavori della pittura creando, di ogni opera, sia la fedelissima copia fisica, sia la riproduzione digitale ad altissima risoluzione”, ha commentato Lucia Panini, amministratore delegato Franco Cosimo Panini Editore. “Due dimensioni che, integrandosi a vicenda, espandono infinitamente la missione di chi come noi da decenni realizza opere facsimilari”.

Divulgare e diffondere la conoscenza delle opere d’arte e allo stesso tempo preservarne lo stato di conservazione erano gli stessi intenti che avevano guidato mio padre, agli inizi degli anni Novanta a pubblicare una inedita edizione in facsimile della ‘Bibbia’ di Borso d’Este. Oggi le tecnologie di Haltadefinizione permettono un passaggio ulteriore, rendono possibile quello che fino a qualche anno fa si poteva solo sognare: riprodurre l’opera d’arte in più copie e poterla ricollocarla nel luogo per cui era stata commissionata”.

[Immagine in apertura: Raffaello Sanzio, Sposalizio della Vergine. Immagine Haltadefinizione]