La stazione ferroviaria newyorkese per amanti dell’arte

7 Gennaio 2021

Kehinde Wiley, Go, 2020 © Kehinde Wiley. Photographer Nicholas Knight. Image courtesy of the Artist, Sean Kelly, New York, Empire State Development and Public Art Fund, NY

È un traguardo storico quello da poco raggiunto dalla città di New York. Dopo decenni di dibattiti, discussioni e non poche critiche rivolte al governatore Andrew Cuomo, l’imponente espansione della Penn Station della Grande Mela è stata finalmente completata e inaugurata lo scorso 1° gennaio. Un’opera simbolica, non soltanto dal punto di vista architettonico e infrastrutturale. Aperta al pubblico in un periodo di estrema fragilità politica e sociale, la nuova Moynihan Train Hall – questo il nome del progetto – riporta fiducia e speranza tra gli abitanti della città americana, tra le più colpite al mondo dalla devastante pandemia.

Ma in cosa consiste l’intervento, costato circa 1.6 miliardi di dollari? Considerata una delle stazioni più trafficate di New York, la Pennsylvania Station è la principale stazione ferroviaria dell’America settentrionale: uno snodo di transito che interessa ogni giorno centinaia di migliaia di cittadini e che, da oggi, sarà esteso ben oltre i limiti del vecchio edificio. Progettato a partire dal 1905 a opera dello studio di architettura McKim, Mead e White in stile Beaux Arts, il terminal è stato infatti allargato inglobando gli spazi dell’ex ufficio postale James A. Farley, con l’aggiunta di nuovi binari, aree di attesa per i viaggiatori e servizi di varia natura, per un aumento della superficie del cinquanta percento circa.

UNA STAZIONE “MUSEO”

A rendere la nuova Moynihan Train Hall ancora più spettacolare, facendone una possibile meta per amanti dell’arte internazionale, è la presenza di tre interventi site specific firmati da alcuni fra i più importanti artisti in circolazione: si tratta di tre opere di scultura, installazione e fotografia, realizzate da Stan Douglas, Elmgreen & Dragset e Kehinde Wiley, e allestite in maniera permanente in ambienti diversi della stazione. Insomma, un modo per trasformare il centro di traffico in un luogo stimolante, in cui fermarsi e apprezzare arte nonostante la frenesia e i ritmi incalzanti tipici della città.

GLI INTERVENTI ARTISTICI

Ognuno dei tre interventi rappresenta una riflessione sulla storia della stazione. Così è, ad esempio, per Penn Station’s Half Century: la raccolta di nove fotografie di grandi dimensioni dell’artista canadese Stan Douglas. Create ad hoc, le opere immortalano una serie di scene della New York dello scorso secolo: immagini elaborate in maniera parzialmente digitale, e collocate su quattro diverse aree destinate ai passeggeri.

Di natura scultorea è invece l’intervento del duo scandinavo Elmgreen & Dragset, dal titolo The Hive. Allestita sul soffitto della stazione, l’opera rappresenta uno skyline tridimensionale ispirato a 91 edifici simbolo della Grande Mela e del mondo. Disposti “a testa in giù”, palazzi e grattacieli sono illuminati da 72mila luci LED, rendendo l’installazione una scenografia da ammirare sia di giorno che di notte. Strizza infine l’occhio all’arte barocca italiana Go, l’installazione di  Kehinde Wiley: una sorta di affresco contemporaneo in omaggio alla grandiosità della pittura del Seicento e del Settecento. Situato sul soffitto di uno degli ingressi della Moynihan Train Hall, l’opera presenta tre grandi pannelli in vetro colorato retroilluminati, ispirati alla produzione di Tiepolo.

LE FOTO DELLE OPERE

[Immagine in apertura: Kehinde Wiley, Go, 2020 © Kehinde Wiley. Photographer Nicholas Knight. Image courtesy of the Artist, Sean Kelly, New York, Empire State Development and Public Art Fund, NY]