Le forti correnti marine degli ultimi giorni avrebbero portato sulle spiagge di Venezia un gran numero di mattoni, probabilmente appartenuti al campanile di San Marco andato distrutto a inizio Novecento. Trovati sulla spiaggia, tra alghe e conchiglie, i laterizi corrisponderebbero a quelli gettati al largo nel 1902, dopo il crollo della struttura.
Tracce del passato di Venezia riemergono dal mare. Sembra infatti che le mareggiate degli ultimi giorni abbiano “restituito” alla città un cospicuo numero di mattoni antichi: blocchi dalle forme irregolari, usurati e scoloriti dal tempo, che potrebbero corrispondere a quelli appartenuti al campanile di San Marco e buttati al largo subito dopo lo storico crollo della struttura, nel 1902.
A lanciare l’ipotesi è l’Associazione Lido Oro Benon, che ha confermato il ritrovamento. “La parte più consistente dei mattoni si trova davanti all’ex Ospedale al Mare, area oggetto di un importante piano di recupero e riqualificazione”, si legge sul sito dell’organizzazione, impegnata in operazioni di valorizzazione e tutela del Lido Isola d’Oro e delle spiagge lagunari.
Portati a riva dalle onde, i mattoni potrebbero essere solo una parte ristretta delle centinaia di migliaia di laterizi gettati in mare dopo il devastante cedimento del campanile, il 14 luglio 1902. L’evento – rimasto uno dei più dolorosi nella memoria della città – causò il ripiegamento della struttura su se stessa fino a farla divenire un cumulo di macerie.
Subito dopo il crollo, i resti furono trasportati a meno di dieci chilometri dalla città, dove vennero scaricati in acqua, prima di dare inizio ai lavori per la costruzione del nuovo campanile. Le operazioni di riedificazione, su progetto di Luca Beltrami, durarono fino al 25 aprile 1912, quando l’edificio venne inaugurato in occasione della festa di San Marco.