Gioco e fantasia nell’arte di Alberto Savinio, fratello di de Chirico

15 Febbraio 2021

Alberto Savinio, Promenade Pompéienne, 1925-1926 tecnica mista e collage su tela, 21,5 x 27,5 cm Collezione Privata Courtesy Vitart S.A Foto di Manusardi.it © Alberto Savinio by SIAE 2021

Si snoda tra le sale del Piano Nobile di Palazzo Altemps a Roma, sede del Museo Nazionale Romano, il percorso espositivo della monografica Savinio. Incanto e mito. Appuntamento di apertura dell’istituzione capitolina, dopo la più recente fase di chiusura al pubblico, la mostra introduce il visitatore nel vocabolario erudito, eclettico e visionario dell’artista, al secolo Andrea Francesco Alberto de Chirico, attivando una modalità espositiva non replicabile altrove.

Le circa 90 opere selezionate dalla curatrice Ester Coen per questo progetto espositivo, reso possibile grazie ai prestiti concessi da istituzioni pubbliche e collezioni private, sono infatti poste in dialogo con la collezione permanente di arte antica del museo. Una scelta in grado di dare vita a inedite corrispondenze, visive e tematiche, e di stimolare nuovi itinerari di interpretazione della poetica di Savinio, “in un continuo intreccio tra mito, storia e memoria dell’infanzia dove si scivola da un registro all’altro per slittamenti improvvisi e inavvertiti a suscitare meraviglia“, come ha scritto la stessa Coen nel saggio incluso in Savinio. A-Z, il ricco volume pubblicato da Electa in occasione della mostra.

SAVINIO IN MOSTRA A ROMA

Visitabile fino al 13 giugno 2021, Savinio. Incanto e mito riunisce dipinti e opere grafiche dell’artista, proponendo sia un focus sul periodo parigino, ovvero sui lavori realizzati fra il 1925 e il 1931, sia una ricognizione sulla stagione conclusiva della sua carriera, evidenziandone alcuni orizzonti tematici ancora oggi attuali. Nell’intero percorso di visita a correre parallelamente sono ambiti come antico e moderno, bellezza e ironia, memoria e fantasia: categorie che riflettono l’immaginazione senza limiti di Savinio.

Alcune delle opere in mostra, come Nell’Isola dei giocattoli datata 1930,testimoniano la peculiare attitudine dell’autore ad assemblare forme e generare situazioni in bilico fra realtà e fantasia, fra immaginazione e meraviglia. Una certa propensione verso la dimensione onirica e fantastica emerge anche quando Savinio si misura con figure e topos desunti, e rielaborati alla luce di teorie filosofiche dell’epoca e ottocentesche, dalla mitologia greca, dalla tradizione classica o dalla Bibbia. Di conseguenza, a prendere forma dinanzi agli occhi dei visitatori è un’umanità inattesa, ibrida, apparentemente sottratta alle logiche che governano il mondo. E capace di aprire la vista (e la mente) di chi la esamina verso rotte inesplorate.

[Immagine in apertura: Alberto Savinio, Promenade Pompéienne, 1925-1926, tecnica mista e collage su tela, 21,5 x 27,5 cm. Collezione Privata. Courtesy Vitart S.A Foto di Manusardi.it © Alberto Savinio by SIAE 2021]