Per l'intero periodo di apertura della mostra "Casaballa. Dalla casa all’universo e ritorno", che sarà ospitata al MAXXI da fine maggio a fine ottobre, ogni weekend sarà accessibile la casa romana in cui l'artista futurista visse e lavorò per un trentennio. Uno scrigno di opere, mai aperto al pubblico prima d'ora.
Gli appassionati del movimento futurista, e più in generale dell’arte del Novecento, probabilmente ancora ricorderanno le immagini della straordinaria scoperta resa nota dalla Banca d’Italia nel 2017. Nel corso delle indagini preliminari per la ristrutturazione di un edificio situato in via Milano, a Roma, vennero inaspettatamente rinvenute le pitture murali del Bal Tic Tac, passato alla storia come il primo cabaret futurista. A realizzare le decorazioni e l’arredamento del locale fu Giacomo Balla, tra i più influenti artisti del Futurismo.
A distanza di anni da quel ritrovamento, il suo nome balza di nuovo agli onori della cronaca in relazione a un altro immobile capitolino, anch’esso meritevole nel circuito della “Roma futurista”. In occasione della mostra Casaballa. Dalla casa all’universo e ritorno, ospitata al MAXXI di Roma dal 26 maggio prossimo alla fine del mese di ottobre 2021, saranno per la prima volta aperte al pubblico le porte della dimora capitolina dell’artista. Un evento senza precedenti, promosso parallelamente all’esposizione che consentirà di accedere all’abitazione in cui Balla visse e lavorò dal 1929 sino alla morte, avvenuta nel 1958.
La possibilità di visitare Casa Balla è strettamente legata al progetto espositivo che verrà allestito nella Galleria 5 del MAXXI. Curata da Bartolomeo Pietromarchi e Domitilla Dardi – in collaborazione con Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio e con il supporto della DG Creatività Contemporanea – MiBACT e il contributo di Banca d’Italia –, la mostra rappresenterà l’occasione chiave per conoscere in profondità il progetto di Casa Balla, concepita dal poliedrico autore come “un’opera d’arte totale”, nonché come riflesso del suo linguaggio e della sua visione. Il percorso espositivo sarà arricchito dal contributo di progettisti contemporanei – Ila Bêka & Louise Lemoine, Carlo Benvenuto, Alex Cecchetti, Emiliano Maggi, Leonardo Sonnoli, Space Popular, Patricia Urquiola –, i cui lavori “incontreranno” le opere originali di Balla.
Situata al civico 39 di via Oslavia, Casa Balla ospitò l’artista, sua moglie e le loro figlie pittrici, Luce ed Elica. Nell’arco di un trentennio venne progressivamente trasformata in un’opera d’arte abitabile, personalizzata con pareti dipinte, arredi e utensili appositamente progettati, oltre che con quadri, sculture e oggetti unici. Non mancano, inoltre, schizzi, bozzetti preparatori, prove per il teatro e per la moda, esempi di grafica pubblicitaria, giocattoli realizzati dall’artista, opere pittoriche di Luce ed Elica Balla. Entrarvi, di conseguenza, equivarrà a ripercorrere le diverse fasi di ricerca dell’artista torinese, che sposò l’estetica futurista fra gli anni Dieci e Venti del secolo scorso, dopo un iniziale periodo figurativo.
[Immagine in apertura: Roma. Photo by Julia Solonina on Unsplash]