Un nuovo studio condotto da una ricercatrice della Georgetown University di Washington si sofferma sulla data di creazione del busto che troneggia sulla tomba di Shakespeare. Secondo le tesi della studiosa, l'opera – conservata a Stratford-upon-Avon – sarebbe stata commissionata in vita dal poeta, e rappresenterebbe fedelmente il suo volto.
Per gli amanti della letteratura inglese, e più in generale per gli appassionati di cultura, la tomba di William Shakespeare conservata presso la Holy Trinity Church di Stratford-upon-Avon (città natale del bardo inglese) rappresenta una meta d’obbligo. Insieme alla casa che diede i natali all’autore di Romeo e Giulietta, questo luogo di culto continua infatti ad attirare le attenzioni di migliaia di turisti ogni anno, spinti dal desiderio di ammirare il piccolo tempio e soprattutto il misterioso mezzobusto dedicati allo scrittore.
Da tempo al centro di vari enigmi, e nondimeno per molti anni reputata una riproduzione di “scarso valore”, l’effige della tomba presente nella chiesa inglese è tornata nuovamente sotto i riflettori degli studiosi, in seguito alle nuove rivelazioni da parte della ricercatrice Lena Cowen Orlin.
Docente presso la Georgetown University di Washington, la studiosa ha infatti condotto una serie di studi dettagliati sul monumento che orna l’urna del poeta, rivelando che non si tratterebbe di una riproduzione postuma, ma di una scultura voluta e approvata dallo stesso Shakespeare.
Presto pubblicata in maniera approfondita all’interno di un volume edito dalla Oxford University Press, la scoperta conferma dunque che il volto raffigurato nella scultura – situata sulla parete nord del presbiterio della chiesa – è probabilmente quello che più di ogni altro si avvicina alla vera identità del letterato. Stando alle informazioni illustrate nel volume, lo scrittore avrebbe infatti approvato l’opera realizzata prima della sua morte (avvenuta nel 1616), destinando al monumento il compito di tramandare ai postumi la sua memoria.
Ma le tesi sviluppate all’interno della pubblicazione non si fermano qui. In libreria a luglio, e annunciato con una conferenza ufficiale il prossimo 23 aprile (anniversario di nascita del poeta), il libro – dal titolo The Private Life of William Shakespeare – presenta infatti nuove rivelazioni sul monumento, a partire dal suo autore. Nonostante si sia a lungo creduto che a progettare l’opera fosse stato Gerard Johnson, le scoperte della Orlin smentiscono questa affermazione, attribuendo l’opera al fratello Nicholas – proprietario di un laboratorio artigianale situato nei pressi del Globe Theatre di Londra (il teatro sede della compagnia di Shakespeare) e già all’opera su altre sculture funebri poste nella stessa chiesa di Stratford-upon-Avon (come quella realizzata in onore di John Combe, amico del poeta).
A confermare le teorie sulla datazione della scultura è infine un dettaglio presente nella placca della tomba, sulla quale lo spazio da destinare alla data e al luogo di morte di Shakespeare appare lasciato vuoto in maniera intenzionale, con l’intento di essere riempito postumo. Insomma, a oltre quattro secoli di distanza dalla sua scomparsa, il bardo inglese continua ad appassionare e a “concedere” nuovi dettagli sulla sua storia.
[Immagine in apertura: Photograph of Shakespeare’s monument, Holy Trinity Church. Bedford View 272. With negative. Courtesy of the Shakespeare Birthplace Trust]