Dante Alighieri e Napoleone Bonaparte a confronto. Succede al Palazzo Tosio di Brescia, sede dell'Ateneo. Un percorso espositivo ricco di ottanta opere dedicate a queste due figure storiche e agli ideali del Risorgimento italiano.
Napoleone Bonaparte e Dante Alighieri. Il culto per queste due figure mitiche della storia universale, e gli ideali che essi incarnano come riferimenti assoluti nei loro ambiti di appartenenza, hanno origini ben lontane. Tuttavia fu solo nell’Ottocento che la passione verso il generale corso e il Sommo Poeta “esplose”, trasformandosi in una vera e propria mania. La nuova mostra al Palazzo Tosio di Brescia lo testimonia, documentando appieno i valori e i sentimenti che si addensarono intorno ai due personaggi.
Cuore della rassegna, intitolata Dante e Napoleone, è la vasta collezione istituita da Paolo Tosio all’interno della sede che oggi ospita l’Ateneo. Creata nel XIX secolo, la raccolta è un omaggio appassionato da parte del nobiluomo nei confronti di queste due figure diverse eppure per più di una ragione complementari: l’uno, Bonaparte, percepito come colui che aveva avviato il processo di formazione della coscienza italiana; l’altro, Dante, visto quale riferimento massimo delle aspirazioni identitarie della nazione.
Curata da Roberta D’Adda e Sergio Onger, la rassegna (in apertura il 5 maggio, anniversario della morte di Napoleone) presenta oltre ottanta opere tra sculture, disegni, stampe e medaglie. Provenienti da collezioni pubbliche e private, e messi in dialogo con la raccolta della casa-museo, i lavori evocano l’atmosfera romantica e lo spirito patriottico dell’epoca. Tra essi il Busto di Napoleone di Democrito Gandolfi, il Conte Ugolino con i figli nella torre della fame di Giuseppe Diotti e Ganimede con l’aquila di Giove di Bertel Thorvaldsen. Visite guidate, laboratori e pubblicazioni completano il progetto espositivo, che chiuderà il 15 dicembre (ricorrenza dei solenni funerali di Napoleone, tenutisi a Parigi nel 1840).
Giuseppe Diotti (Casalmaggiore, 1779 –1846). Il conte Ugolino nella torre , 1832. Olio su tela. Brescia, Musei Civici. Provenienza: legato Paolo Tosio, 1844. Photo credit: Fotostudio Rapuzzi
Giambattista Gigola. (Brescia, 1767 – Tremezzo, 1841). Girolamo Fenaroli Avogadro in uniforme di ufficiale della Guardia Civica Nazionale di Brescia, 1797-1799 circa. Acquerello e gouache su pergamena Brescia, Musei Civici. Provenienza: dono Lagorio Passoni, s.d. Photo credit: Archivio fotografico Civici Musei di Brescia
Giacomo Macchiavelli (Bologna, 1766 – Roma, 1811) “Io fui nel mondo vergine sorella:/ Et sé la mente tua ben mi riguarda,/ Non ti celerà l’esser più bella./ Ma riconoscerai, ch’io son Piccarda;/ Che posta qui, con questi altri beati,/ Beata son ne le sfera più tarda” (Canto III, verso 49), 1807. Acquaforte e bulino. Brescia, Musei Civici. Provenienza: legato Lorenzo Basiletti, 1886. Photo credit: Archivio fotografico Civici Musei di Brescia
Andrea Appiani (Milano, 1754 – 1817). Ritratto a tre quarti di Napoleone in “petit habillement” di re d’Italia, 1805. Olio su tela. Brescia, collezione privata
Democrito Gandolfi (Bologna, 1797 – 1874) da Antonio Canova, Napoleone, 1830. Marmo. Brescia, Musei Civici. Provenienza: legato Paolo Tosio, 1844. Photo credit: Fotostudio Rapuzzi
Bertel Thorvaldsen (Copenhagen, 1770 – 1844), Ganimede con l’aquila di Giove, 1814-1815. Marmo. Brescia, Pinacoteca Tosio Martinengo. Provenienza: legato Paolo Tosio, 1844. Ph. credit: Fotostudio Rapuzzi
[Immagine in apertura: Giacomo Macchiavelli (Bologna, 1766 – Roma, 1811) “Io fui nel mondo vergine sorella:/ Et sé la mente tua ben mi riguarda,/ Non ti celerà l’esser più bella./ Ma riconoscerai, ch’io son Piccarda;/ Che posta qui, con questi altri beati,/ Beata son ne le sfera più tarda” (Canto III, verso 49), 1807. Acquaforte e bulino. Brescia, Musei Civici. Provenienza: legato Lorenzo Basiletti, 1886. Photo credit: Archivio fotografico Civici Musei di Brescia]