Manca ancora qualche mese all'inaugurazione della mostra che il Musée du Luxembourg dedicherà a Vivian Maier, ma l'interesse è già alto. Complice la suggestiva storia della tata newyorkese i cui scatti furono scoperti solo in anni recenti.
Mentre la bella stagione si appresta a rimpiazzare i rigori dell’inverno e si consolidano le speranze, da parte delle istituzioni internazionali, in un riavvio finalmente duraturo del palinsesto espositivo, giunge da Parigi la notizia di una mostra da mettere senza dubbio in agenda.
Stiamo parlando della rassegna in arrivo al Musée du Luxembourg il prossimo 15 settembre: un focus su una delle fotografe più sorprendenti del secolo scorso, la cui opera fu svelata al mondo solo in anni recenti. Fino al 16 gennaio 2022 il pubblico potrà ammirare gli scatti di Vivian Maier, la tata newyorkese scomparsa nel 2009 che, nell’arco della sua intera esistenza, immortalò le molte sfumature dell’ambiente urbano.
Prima nella Grande Mela e poi a Chicago, Vivian Maier seppe cogliere le trasformazioni sociali, architettoniche ed estetiche di una modernità in pieno sviluppo, nel cuore del boom economico esploso fra gli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento. Un lavoro meticoloso, quello della Maier, tornato alla luce solo nel 2007, quando i suoi ricchissimi archivi furono scoperti da John Maloof, il quale li acquistò all’asta senza saperlo.
Il Musée du Luxembourg si accinge a dare nuova visibilità a una fotografa eccezionale, che si servì dell’obiettivo come strumento necessario a tradurre in immagini le impressioni suscitate in lei dal contesto urbano e dai volti e dai gesti di chi lo abita, fissati sulla pellicola con grande maestria e amore per i dettagli. Come dimostrato dalle stampe, dai Super 8 e dalle documentazioni sonore che animeranno la rassegna parigina.
[Immagine in apertura: Vivian Maier, New York, 1953, tirage argentique, 2020 © Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY]