Un team di ricercatori internazionali ha scoperto quella che potrebbe essere considerata a tutti gli effetti la prima rappresentazione 3D di un territorio conosciuto in Europa. Si tratta di una grande pietra incisa nella prima Età del bronzo, raffigurante un vasto territorio della Francia occidentale.
Prima di Google Maps, prima dei navigatori satellitari, prima delle cartine turistiche… c’era la pietra! Un gruppo di archeologi francesi ha recentemente riportato alla luce un formidabile oggetto: una pietra di grandi dimensioni che potrebbe essere ritenuta la più antica mappa tridimensionale d’Europa.
Risalente a oltre 4mila anni fa, il reperto fu scoperto per la prima volta nel 1900, nel corso degli scavi all’interno di un cimitero preistorico a Finistère, nella Bretagna occidentale. La lastra fu acquisita nel 1924 dal Musée d’Archéologie Nationale di Saint-Germain-en-Laye, dove rimase senza troppa gloria fino al 2014. E proprio in quell’anno alcuni ricercatori furono incuriositi dall’oggetto, al punto da decidere di “riesumarlo” dalla coltre di polvere del tempo per avviare una serie di studi dettagliati sulla sua funzione.
Il risultato di queste analisi è stato reso noto di recente dal team di studiosi composto da esperti dell’INRAP Institut National de Recherches Archéologiques Préventives, della Bournemouth University, del Centre National de la Recherche Scientifique e dell’Université de Bretagne Occidentale. Secondo quanto emerso dalle ricerche, e da una serie di rilievi geografici che hanno interessato la zona di ritrovamento del reperto, la pietra – denominata “Lastra di Saint-Bélec” – sarebbe una rappresentazione in scala di un’area di circa 30 chilometri nella Bretagna occidentale, nella valle del fiume Odet.
La somiglianza fra il “disegno” riportato sulla pietra e la topografia del territorio è sorprendente, se si pensa al tempo in cui il manufatto venne creato. Incisa nella prima età del bronzo – tra il 1900 e il 1640 a.C. –, la lastra potrebbe essere stata usata per indicare l’estensione territoriale di un determinato potere politico. Per questo, stando alle dichiarazioni dei ricercatori, il suo riutilizzo come elemento tombale può aver avuto valore simbolico per indicare la fine di una lunga dominazione sul territorio da parte di un possibile sovrano locale.
[Immagine in apertura: Vue zénithale de la dalle de Saint-Bélec. Cette dalle ornée forme une composition homogène avec des gravures couvrantes, identiques en technique et en style, formant un tout indissociable. On note aussi la répétition de motifs (cupules, formes géométriques), reliés entre eux par un réseau de lignes. Ces éléments permettent, selon C. Delano Smith, de reconnaître un document cartographique. Photo D. Gliksman]