Lucio Schiavon conduce il lettore in un viaggio nel mito e nelle contraddizioni di New York. Succede con “Please! Don't use Birkenstock® if you have an appointment at The New Yorker. Ok?”, una raccolta di disegni sulle mille anime della Grande Mela.
È una New York inedita e lontana dagli stereotipi quella dipinta da Lucio Schiavon nelle pagine del suo taccuino. Testimone dei viaggi dell’illustratore veneziano nella Grande Mela è il nuovo Please! Don’t use Birkenstock® if you have an appointment at The New Yorker. Ok?, il volume – autoprodotto e acquistabile online – tutto dedicato alle mille anime della città americana.
Realizzato da Schiavon come risultato del suo breve soggiorno nella metropoli, il libro racchiude disegni in bianco e nero e appunti personali sulla città, girata con i famosi sandali e perlustrata anche nei suoi angoli meno luminosi.
Luoghi celebri, persone e figure caratteristiche convivono tra le pagine del volume: dall’incontro con l’editor del The New Yorker a quello (meno formale) con i cosiddetti “canners”, persone la cui attività è andare in giro recuperando lattine, bottiglie e confezioni in cartone da riciclare per pochi centesimi; dalla visita all’immancabile MoMA ai quadri di Jacob Lawrence in mostra al Whitney Museum. Un ventaglio di figure e visioni differenti riportate sul foglio con un tratto crudo e impulsivo, da ammirare “in compagnia” della playlist Spotify composta dall’illustratore come base per sfogliare le pagine che compongono il volume.
“Nei miei giorni a New York non ho disegnato praticamente mai. I disegni sono stati fatti al ritorno in studio“, ha raccontato l’autore, recentemente al lavoro su una serie di poster per i 1600 anni della fondazione di Venezia. “Su questo quaderno per il pagamento delle tasse (comprato perché aveva un’ottima carta e a buon prezzo) ho fatto due disegni, e per il resto ho scritto solo parole chiave per ricordarmi cosa disegnare quando sarei tornato. In città ero talmente assorto a immaginare di incontrare i miei personaggi Marvel preferiti, pittori, scultori, registi e musicisti, da non avere il tempo di disegnare: dovevo ‘vivermi’ tutto!“.
“In questo libro c’è il mio lato più intimo. Tutto è affrontato con crudezza: ho voluto raccontare New York solo con la matita. Ho cercato di mettermi a disposizione del segno per indagare senza mezze misure quello che avevo provato”.
[Immagine in apertura: Una tavola tratta da Please! Don’t use Birkenstock® if you have an appointment at The New Yorker. Ok?. Courtesy Lucio Schiavon]