Cresciuti nella corrente dell’Arte Povera e compagni di vita per oltre mezzo secolo, Mario e Marisa Merz non hanno mai separato la quotidianità dal lavoro creativo. La mostra allestita alla Fondazione Merz riunisce le loro opere in un unico percorso.
Marito e moglie, uniti nella vita come nell’arte per più di cinquant’anni, Marisa e Mario Merz hanno sempre lavorato insieme nello spazio domestico confrontandosi sui rispettivi approcci e portando avanti un continuo scambio intellettuale.
Per la prima volta, la mostra allestita negli spazi della Fondazione Merz di Torino – che finora aveva scelto di alternare focus dedicati all’uno e all’altra –, con la curatela di Mariano Boggia, “mima” questo dialogo ininterrotto tra i due artisti presentando il loro lavoro in un percorso unitario.
Visitabile fino alla fine dell’anno, Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza cita nel titolo una frase di Mario Merz che riconosce nella pratica artistica, specie se condivisa, un punto di partenza per l’esplorazione di mondi sconosciuti. Un infinito che il pittore e scultore nato a Milano da una famiglia di origine svizzera ha cercato a lungo nei numeri, per esempio nelle serie di Fibonacci, e in forme simboliche come la spirale.
Riunendo opere più note e alcuni inediti, il progetto espositivo rende omaggio al profondo legame tra le due metà di una amatissima coppia artistica, e permette di riflettere sulla loro personale concezione del tempo e dello spazio. Marisa e Mario Merz si dedicano, infatti, alle rispettive ricerche – lo studio della struttura dei volti femminili attraverso varie tecniche, per lei, la reinvenzione di oggetti come il tavolo o l’igloo utilizzando materiali sempre diversi, per lui – in un “tempo presente infinito” in cui azioni quotidiane, speculazione intellettuale e produzione artistica si alternano senza soluzione di continuità, in una casa-studio che somiglia a un museo.
[Immagine in apertura: Veduta della mostra Marisa e Mario Merz. La punta della matita può eseguire un sorpasso di coscienza, Fondazione Merz, Torino 2021. Courtesy Fondazione Merz. Photo Renato Ghiazza]