Il quartiere di Rogoredo/Santa Giulia, a Milano, ospita la mostra all'aperto "Human Nature". Protagoniste sono oltre quaranta opere del fotografo Lucas Foglia, allestite sulle impalcature del cantiere che porterà alla costruzione di un nuovo business district nella zona sud della città.
Trasformare i cantieri edili, luoghi di costruzione e cambiamento, in “poli espositivi” inconsueti all’interno della città. Nasce da queste premesse FO – Fotografia Open, il progetto itinerante e open air che utilizza la fotografia d’autore come strumento di racconto della realtà, reinterpretando lo spazio urbano in maniera non convenzionale.
Ideato da Camilla Invernizzi-ArtsFor, FO sorge e vive nei quartieri interessati da grandi interventi urbani, avvalendosi proprio delle architetture temporanee dei cantieri, trasformate per l’occasione in strutture espositive a cielo aperto.
Prima tappa di questa ambiziosa iniziativa è Milano, scelta per ospitare le grandi immagini a colori del fotografo americano Lucas Foglia. Allestite sulle recinzioni che delimitano il cantiere di Spark Two di Rogoredo/Santa Giulia, le foto dell’artista sono un omaggio al mondo della natura, e un’indagine sull’interazione (spesso conflittuale) tra uomo e paesaggio, tra ambiente e tecnologia.
Sono oltre quaranta le foto della mostra Human Nature, allestite su quasi duecento metri di percorso espositivo. Un giro del mondo per immagini che parla di clima, paesaggio e sostenibilità, invitando a riflettere sulle grandi sfide del pianeta.
“Nel quartiere di Rogoredo/Santa Giulia, FOM – Fotografia Open Milano inaugura un nuovo progetto in dialogo con la città: una mostra a cielo aperto, dopo quella realizzata con Francesco Jodice, come opportunità per aprire lo sguardo al racconto dell’immagine fotografica in uno spazio pubblico”, ha sottolineato Filippo Del Corno, assessore alla Cultura del Comune di Milano.
“‘Human Nature’ del fotografo Lucas Foglia traccia un percorso di immagini dove protagonista è il rapporto tra umanità e natura, in luoghi e ambienti eterogenei, ma dove forte appare la necessità di ritrovare questa relazione come sorgente di benessere fisico e psicologico. Spazi selvaggi o contesti urbani dove l’uomo ricerca il contatto con l’ambiente naturale sono gli scenari per questi intrecci di racconti, in cui si rivelano anche gli aspetti critici delle conseguenze dei mutamenti climatici, della fragilità di alcuni ecosistemi dove l’uomo può farsi parte attiva per trovare soluzioni di rimedio e cura. In un paesaggio urbano in trasformazione, sopra le recinzioni di un cantiere, questo progetto coinvolge i cittadini in un’installazione artistica che, con i suoi scorci inaspettati, allarga la visione sul mondo”, ha aggiunto Del Corno.
[Immagine in apertura: © Filippo Romano]