Il museo diffuso che racconta gli edifici abbandonati

12 Maggio 2021

Zuccherificio Eridania, Forlì. Photo Francesco Bertozzi

Sono centinaia di migliaia gli edifici abbandonati in Italia: hotel spettrali, fabbriche dismesse e ville nobiliari che giacciono in stato di degrado, in preda al tempo che avanza. Basta farsi un giro nella propria regione per trovare, probabilmente, qualche esempio di questo patrimonio. Dal nord al sud del Paese si contano infatti circa 50mila palazzi storici, 20mila strutture ecclesiastiche e 5mila borghi caduti nell’oblio: un vero e proprio tesoro a cielo aperto che il museo diffuso dell’abbandono In loco si propone di indagare e valorizzare.

Nato ufficialmente lo scorso anno grazie allo sforzo dell’Associazione Spazi Indecisi di Forlì, il progetto – che ha ricevuto il plauso della Fondazione Italia Patria della Bellezza – ha riaperto le sue porte (simboliche e reali) dopo i mesi di lockdown, offrendo nuovamente al pubblico l’occasione di conoscere da vicino i luoghi in disuso del territorio romagnolo. Protagonisti del museo sono infatti quasi settanta immobili tra ville, conventi, colonie marine, chiese e parchi divertimento situati tra Imola e Cattolica, riportati alla luce e visitabili con il supporto di speciali guide interattive e itinerari ad hoc.

IL MUSEO DIFFUSO DELL’ABBANDONO

Base fisica di In loco è il centro visite di Forlì, situato nella sede dell’associazione promotrice. Qui è possibile ascoltare i primi approfondimenti storici sulle architetture della “collezione”, ammirare plastici e conoscere i sette itinerari elaborati dagli specialisti: dal tragitto dedicato agli ospizi marini per l’infanzia costruiti durante il regime (come la Colonia Varese di Milano Marittima) a quello relativo alle costruzioni in pietra della Romagna appenninica.

Tuttavia è solo recandosi al cospetto delle strutture vere e proprie che la magia prende forma. Raggiungendo di persona questi luoghi – dalla Colonia Agip di Cesenatico al Deposito delle Corriere ATR di Forlì, dall’Aquaria Park Pinarella di Cervia all’Acquedotto Spinadello di Forlimpopoli –, turisti e appassionati avranno la possibilità di accedere a contenuti multimediali appositamente creativi. Scaricabile gratuitamente, l’applicazione del museo presenta inoltre schede specifiche, racconti video e sonorizzazioni da fruire nelle vicinanze dei vecchi edifici: insomma, un progetto immersivo nato con l’intento di combinare esperienza reale, memoria collettiva e tecnologia, offrendo nuova “voce” alle strutture fantasma del nostro Paese.

LUOGHI TRA PASSATO E FUTURO

‘In loco’“, ha spiegato Francesco Tortori, tra i fondatori del museo, “è il tentativo di scegliere quali di questi luoghi, oggi dimenticati, portare nel futuro, non salvandone e conservandone i muri, ma valorizzando in prima istanza il patrimonio immateriale che racconta caratteri peculiari del territorio. Oggi la ‘collezione’ del museo è composta da luoghi in abbandono di eccezionale valore storico-culturale. Abbiamo cominciato nel 2011 con una mappatura del territorio, scavalcando cancelli, scattando fotografe, intervistando persone, riaprendo le serrature arrugginite ma anche organizzando eventi e mostre in questi stessi luoghi per riportarli a nuova vita. Un immenso patrimonio culturale che rischiavamo di perdere per sempre. Tutto questo non lo abbiamo fatto da soli, ma con il contributo di tanti appassionati che, attraverso il sito, hanno segnalato luoghi, inviato foto, condiviso visioni e idee”.

[Immagine in apertura: Zuccherificio Eridania, Forlì. Photo Francesco Bertozzi]