A ventisette anni dalla scomparsa, Massimo Troisi “torna” nella sua Napoli con una grande mostra multimediale. Un omaggio appassionato alla carriera, alla leggerezza e all'ironia dell'amato attore partenopeo.
Archiviato il successo della mostra romana, e conclusa l’attesa causata dalla pandemia, la rassegna dedicata a Massimo Troisi arriva finalmente nella “sua” Napoli. D’altronde, quale altra città potrebbe esprimere l’anima e la sensibilità dell’attore che più di tutti è riuscito a condensare in un volto e in una voce le infinite sfumature del capoluogo partenopeo? Napoli è Troisi, e Troisi è Napoli. E questa mostra lo testimonia.
Promossa e organizzata da Istituto Luce – Cinecittà e curata da Nevio De Pascalis e Marco Dionisi, con la supervisione di Stefano Veneruso, è un racconto multimediale in omaggio alla carriera e alla persona di Troisi, attore della nostra tradizione amato come pochi altri.
Aggiornata rispetto al “capitolo” romano con un nuovo percorso espositivo e un leitmotiv interamente dedicato al rapporto con la città, la mostra – dal titolo Troisi poeta Massimo – è un percorso composto da circa ottanta fotografie private, immagini d’archivio, locandine cinematografiche, filmati e carteggi inediti (come la lettera manoscritta a sette anni e destinata al marito della sorella Annamaria).
Suddivisi in sezioni e in ordine cronologico, le opere e gli oggetti esposti mettono in risalto la poetica, le passioni e i successi del protagonista, tracciandone il percorso umano e professionale a partire dall’infanzia a San Giorgio a Cremano (dove nacque il 19 febbraio 1953). E poi il teatro, la popolarità con il gruppo La Smorfia, i traguardi cinematografici e soprattutto l’ironia che lo ha reso celebre. Un progetto completo e ragionato, visitabile fino al 25 luglio a Castel dell’Ovo.
[Immagine in apertura: Massimo Troisi. Foto di Pino Settanni – Archivio Luce]