A New York il parco galleggiante che celebra la fine della pandemia

21 Maggio 2021

Aerial View of Little Island from the Standard. Photo credit Michael Grimm

La città di New York celebra la fine della pandemia con l’apertura di un nuovo parco dalla vista mozzafiato: un’area verde creata sul letto del fiume Hudson, il lungo corso d’acqua che attraversa la Grande Mela. Finanziato dalla Diller–von Furstenberg Family Foundation, e realizzato dallo studio dell’architetto inglese Thomas Heatherwick, Little Island si presenta come un’oasi verde galleggiante sull’acqua.

Aperto ufficialmente a partire da oggi, 21 maggio, il parco è uno dei primi luoghi pubblici inaugurati nella metropoli americana a partire dall’esplosione della pandemia. E proprio alla nuova gestione degli spazi richiesta dall’emergenza sanitaria sembra rispondere, assicurando distanziamento e tranquillità grazie i suoi ampi giardini e alle aree dedicate agli eventi open air.

UN’OASI DI ARTE E NATURA

Poggiato su 280 pilastri di cemento “piantati” nel fiume, e situato sul lato occidentale di Manhattan, il grande parco si contraddistingue per la spiccata diversità della vegetazione, con 350 specie diverse di alberi e fiori disposti sul manto verde ondulato. Ma oltre alla componente naturale (curata dall’architetta paesaggista Signe Nielsen di MNLA), Little Island si presenta ai cittadini di New York come un luogo ibrido e aperto alle arti.

Ne sono testimoni l’anfiteatro con 687 posti a sedere, il piccolo palcoscenico The Glade e la “piazza” centrale, creata come punto di incontro, svago e ristoro. A ribadire l’indole creativa di questa “oasi sull’acqua” è inoltre il programma di residenze artistiche e il calendario di eventi che inaugurerà a partire da giugno, con performance, esibizioni e spettacoli a cielo aperto pensati per tutte le età. E se questo non dovesse bastare c’è il panorama mozzafiato, sufficiente a conquistare anche i più scettici…

LE FOTO DI LITTLE ISLAND

[Immagine in apertura: Aerial View of Little Island from the Standard. Photo credit Michael Grimm]