C'è tempo fino al 30 giugno per visitare “Il fazzoletto di Desdemona”, la nuova installazione di Emanuela Mastria esposta alla Biblioteca Vallicelliana di Roma. Una moltitudine di elementi scultorei fluttuanti di porcellana bianca per riflettere sul tema del femminicidio.
Cento fazzoletti di porcellana bianca sospesi nell’aria: si presenta così la nuova installazione di Emanuela Mastria, visitabile fino al 30 giugno nel Salone Borromini della Biblioteca Vallicelliana di Roma. Curato da Michela Becchis, e inserito all’interno della rassegna Opera 00|20 ideata da Paola Paesano, il progetto è una riflessione sul tema del femminicidio, problema drammaticamente attuale espresso sin da titolo dell’opera: Il fazzoletto di Desdemona.
“Desdemona è una giovane donna ribelle”, racconta la curatrice della mostra. “È la creatura che per antonomasia non rappresenta solo una muta vittima, ma è colei che decide, che entra consapevolmente in una relazione di reciproca seduzione, ma le cui decisioni, proprio in quanto tali, vengono descritte dagli uomini come tradimento. Né Desdemona, né nessuna altra donna uccisa è una vittima a priori, è dentro lo squilibrio tragico e oltraggioso della relazione che diviene vittima”.
Sospesi nell’aria, leggeri e pesantissimi allo stesso tempo, i fazzoletti riportano sulla superficie le iniziali delle persone a cui ognuno di essi è dedicato. Una narrazione corale intima e potente, resa ancora più efficace dalla location monumentale della biblioteca.
[Immagine in apertura: Emanuela Mastria, Il fazzoletto di Desdemona. Foto di Giorgio Benni]