La vecchia casa-studio della pittrice Leonora Carrington, situata a Città del Messico, sarà trasformata in un museo. Un luogo per conoscere gli aspetti più intimi dell'artista, figura nota del Surrealismo e compagna di Max Ernst.
Le vite degli artisti sono spesso straordinarie, ma ce ne sono alcune che meritano di essere raccontate più di altre. Tra queste quella di Leonora Carrington, la pittrice surrealista dal trascorso turbolento, poco nota in vita e “tornata” in auge a partire dal 2011 – anno della sua scomparsa.
Nata nel 1917 da una famiglia facoltosa, l’artista si dimostra subito insofferente alle rigide regole della vita borghese. Appena quindicenne parte per Firenze, studia all’accademia i maestri del Rinascimento e, con le nozioni pittoriche acquisite durante il breve soggiorno toscano, torna in Inghilterra per fare tappa a Londra.
È qui che, in occasione della prima esposizione surrealista nella capitale inglese, conosce Max Ernst, prima appassionandosi all’artista poi innamorandosi dell’uomo, con cui decide di fuggire a Parigi alle fine degli anni Trenta. Nella Ville Lumière la Carrington sposa totalmente la “causa” surrealista, entrando a pieno titolo nel gruppo formato da André Breton. Solo lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale interrompe ogni sogno di crescita e successo: Ernst viene chiuso in prigione, e la giovane ragazza si rifugia in Spagna. Conclusa la guerra, Leonora Carrington sposa il giornalista Renato Leduc, e con lui si trasferisce prima a New York, nel 1941, e l’anno successivo in Messico, dove rimarrà per quasi mezzo secolo. È qui, a Città del Messico, che la donna vivrà fino al 2011, portando avanti la sua ricerca nella piccola casa-studio del quartiere Roma della capitale.
Un nuovo progetto lanciato dall’Universidad Autónoma Metropolitana – UAM vuole donare nuovo lustro alla vecchia abitazione dell’artista, rimasta intatta nel tempo e pronta a essere trasformata in un vero e proprio museo aperto al pubblico: un luogo di riflessione accademica per scoprire “da vicino” l’eredità della pittrice, non a tutti nota.
Il progetto di valorizzazione – che dovrebbe essere completato entro la fine dell’anno – prevede l’apertura dell’immobile ai visitatori, liberi di circolare negli ambienti della struttura, ammirando vecchi cimeli e opere d’arte appartenuti alla pittrice. Sono in totale circa 8600 gli oggetti conservati nella casa, lasciati nella stessa posizione in cui si trovavano alla morte dell’artista, avvenuta all’età di 94 anni. L’obiettivo è proprio far percepire al pubblico il carattere intimo e privato dello studio della Carrington, offrendo uno sguardo inedito sugli ambienti e sul processo di lavoro dell’artista.
Nell’attesa che l’attività del nuovo museo sia ufficialmente aperta, consentendo visite in presenza e tour guidati, la casa-studio di Leonora Carrington (che conserva tra le altre cose ben quarantacinque sculture e quattro disegni originali recentemente donati dal figlio Pablo Weisz) vi aspetta online, grazie a un nuovo progetto virtuale: un sito web interattivo per osservare in alta definizione i luoghi dell’artista surrealista inglese.
[Immagine in apertura: credit Autonomous Metropolitan University (UAM)]