Affascinata dall'approccio di Italo Calvino al tema dell'abitare, l'architetto Karina Puente Frantzen ha avviato un progetto-omaggio al romanzo 'Le città invisibili', pubblicato nel 1972.
Pare proprio che, tra i tanti capolavori di Italo Calvino, Le città invisibili sia il libro che più stimola la curiosità di illustratori e progettisti. Già vi avevamo parlato lo scorso anno del progetto su Tumbrl di tre artisti americani, che ogni mercoledì pubblicano la rappresentazione di una delle 55 città immaginate da Calvino.
Oggi è la volta di Karina Puente Frantzen, architetto con base a Lima (capitale del Perù), che ha raccontato ad ArchDaily il suo progetto personale: dare un’immagine a ciascuna delle città invisibili raccontate nel romanzo del 1972.
Come ogni abitato urbano nel libro è in realtà frutto di un approccio poetico e metaforico a un diverso aspetto della vita umana – tanto, che le città costellano la conversazione immaginaria tra l’esploratore Marco Polo e l’imperatore Kublai Khan – così le illustrazioni di Karina si sviluppano da un processo concettuale.
“Di norma, conduco delle ricerche, rifletto e concepisco ogni città nell’arco di tre settimane, prima di iniziare a realizzarne degli schizzi”, spiega la progettista. Che anche alla sua produzione visiva applica una visione in qualche modo tridimensionale: le illustrazioni non sono semplici disegni, perché composti da differenti strati di carta ritagliati e incollati gli uni sugli altri, a dare profondità allo scenario.
[Immagine in apertura © Karina Puente Frantzen]