In occasione della prima edizione della manifestazione di arte urbana CVTà Street Fest, Biancoshock ha ideato 12 interventi di street art che sono altrettante provocazioni. Portando - a modo suo - internet in un borgo di 400 anime, dove la connessione scarseggia...
Dopo qualche settimana dai microcosmi sotterranei realizzati in alcuni tombini abbandonati di Milano – un intervento finalizzato a portare agli onori della cronaca le drammatiche condizioni in cui vivono 3mila persone, costrette ad abitare nella rete fognaria di Bucarest – lo street artist Biancoshock torna a far parlare di sé, questa volta dal Molise.
Invitato a Civitacampomarano (Campobasso) nell’ambito della prima edizione di CVTà Street Festival – manifestazione di arte urbana che ha avuto luogo dal 12 al 24 aprile scorso con la direzione artistica di Alice Pasquini – Biancoshock ha posizionato i loghi dei più comuni social network e di altri celebri colossi del web in specifici luoghi in giro per il paese.
A Civitacampomarano, popolato da 400 persone (in prevalenza anziani) e scarsamente raggiunto dalla rete internet, il mondo virtuale e quello reale si sono così incontrati quasi per la prima volta. Obiettivo dei suoi 12 interventi?
Dimostrare come le funzionalità offerte del web, ormai indispensabile per un’ampia porzione della popolazione, esistano anche laddove la connessione resta un miraggio. A modo loro, s’intende: dalla bacheche pubblica di Facebook alle cabine telefoniche brandizzate Whatsapp, dal furgone di Wetransfer fino alla cassetta delle poste con il logo Gmail.