Inserita nel programma di divulgazione della vita e dell'opera di Amedeo Modigliani in preparazione del centenario della sua morte, la mostra 'Les Femmes' si focalizza sull'immaginario femminile del celebre pittore livornese, presentandone i quadri con l'ausilio delle nuove tecnologie.
Fino al 10 settembre 2016, Palazzo Tordelli a Spoleto (Perugia) ospita Amedeo Modigliani, Les Femmes, una mostra d’eccezione resa possibile grazie all’impiego della tecnologica più innovativa. Con la direzione artistica di Alberto D’Atanasio e la collaborazione dell’Istituto Modigliani di Roma, la rassegna riunisce una cinquantina di opere dell’artista originario di Livorno restituendole, ad altissima definizione, attraverso un supporto montato su pannelli retroilluminati a LED.
Mantenendo il rispetto delle dimensioni e dei colori degli originali – opere delle quali l’Istituto capitolino possiede i diritti di utilizzo – Les Femmes offre una approfondita successione delle figure femminili che così fortemente hanno contribuito a costruire la fama di Modigliani, costituendo un autentico filone all’interno della sua carriera artistica.
Tra le opere presenti, per la prima volta sarà esposta la cosiddetta Dede, attribuibile a Modigliani e ancora oggi sottoposta ad analisi e accertamenti da parte degli specialisti. Rinvenuta alla periferia di Roma, alcuni anni fa, propone anch’essa un soggetto femminile; gli accertamenti portati a termine presso due diversi laboratori, a Milano e a Spoleto, hanno consentito di datarla ai primi due decenni del 1900, escludendo la presenza di bianco di titanio: impiegato dal 1924 in poi infatti, costituisce un parametro inconfutabile per comprendere se si è di fronte ad un falso.
“Ciò che si è fatto finora e che è tuttora in corso – ha spiegato a riguardo il prof. Alberto D’Atanasio, Direttore Artistico della mostra – è stato utilizzare un metodo di indagine che unisse in maniera interdisciplinare l’azione scientifica sui materiali, sullo sporco, sulle sostanze congrue, quelle sovrammesse incongrue. Non si tratta di un metodo nuovo, ma di ciò che per prassi i laboratori di restauro italiani applicano ad ogni opera che viene loro sottoposta. Occorre, infatti, armonizzare lo studio attento sull’estetica e i dati visivi dell’opera (una volta confrontati con la poetica pittorica del Maestro) con i dati e le risultanze derivanti dai tre studi scientifici svolti sull’opera in questione.”
La mostra umbra, oltre a offrire un metodo nuovo di fruizione esperienziale dell’opera d’arte, si inserisce nel cartellone degli appuntamenti dalla 59° edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto. Può essere considerata una tappa di avvicinamento al 2020, anno in cui verrà l’artista sarà omaggiato nel centenario della morte.
Al progetto ha lavorato un comitato storico-artistico che ha selezionato più di 90 documenti, tra fotografie e testimonianze d’epoca in molti casi inedite, con l’intento di estendere la visione all’intera vicenda umana e artistica di Amedeo Modigliani.