Realizzati in grafite, pigmenti di colore, inchiostro e colori ad olio, venti disegni dell'artista Wael Shawky confluiscono nella sua prima personale alla Lisson Gallery di Milano. Come quadri fantastici, sono popolati di figure che esistono nell'immaginazione di Shawky, evocate anche nelle sue produzioni video.
Animato dalla volontà di “investigare le diverse versioni con le quali la storia è stata concepita e tramandata“, l’artista Wael Shawky, originario di Alessandria d’Egitto, si misura con il video, la performance, le installazioni e il disegno. Proprio quest’ultima tecnica è al centro della sua prima personale alla Lisson Gallery Milan, in programma dal 9 novembre 2016 all’11 gennaio 2017.
“Veicolo della narrazione, dove la finzione diventa realtà“, i venti lavori eseguiti in grafite, pigmenti di colore, inchiostro e colori ad olio sono stati realizzati durante la realizzazione di due trilogie, Cabaret Crusades (2010–2015) e Al Araba Al Madfuna (2012– 2016); entrambe sono state presentate proprio in questi giorni al Castello di Rivoli e alla Fondazione Merz di Torino.
Esposti insieme ad una mappa storica dell’Oriente, i disegni andranno a legarsi ad alcune destinazioni geografiche, cui viene assegnata piena evidenza attraverso lastre di vetro sulle quale i nomi dei singoli luoghi sono stati intagliati.
Wael Shawky è impegnato in una residenza al MATHAF, in collaborazione con Fire Station, a Doha. In Qatar sta lavorando al suo prossimo lungometraggio – l’avvio delle riprese è previsto all’inizio del 2018 – nel quale si concentrerà sulla storia del Golfo di Persia.