Sono opera dello scultore Lorenzo Quinn le due gigantesche mani che sostengono, simbolicamente, il Palazzo Ca’ Sagredo. Un gesto che intende accendere i riflettori sull'urgenza delle problematiche ambientali per l'intera società.
“Ho voluto scolpire quello che viene considerato essere l’elemento del corpo umano tecnicamente più difficile da riprodurre. Le mani irradiano tanto potere – potere di amare, di odiare, creare, distruggere“. Sono queste, le parole usate dall’artista Lorenzo Quinn – figlio dell’attore hollywoodiano Anthony Quinn e della costumista veneziana Iolanda Addolori – per presentare la sua nuova opera, Support.
Comparsa nei giorni scorsi nella città lagunare, in queste settimane sotto i riflettori internazionale per l’apertura della la 57. Mostra Internazionale d’Arte di Venezia, l’installazione raffigura appunto due monumentali mani. Ciascuna con un’altezza tra gli 8 e i 9 metri, le dita sostengono il Palazzo Ca’ Sagredo, un edifico nell’area di Rialto, tra la Ca’ D’Oro e Campo Santa Sofia.
L’intervento – patrocinato dal Comune di Venezia e promosso da Halcyon Gallery, con il sostegno di Ca’ Sagredo Hotel – si inserisce in uno specifico campo d’indagine intrapreso dall’artista, fortemente interessato a trattare le tematiche connesse con la Natura e le sue suggestioni. In particolare Support, oltre a rappresentare un passo in avanti nella sperimentazione condotta da Quinn sul fronte dei nuovi materiali, ricorre al leitmotiv delle mani con una duplice accezione: i due arti vanno interpretati come strumenti in grado distruggere il mondo, ma anche di salvarlo dalle minacce legate al cambiamento climatico.
Il gesto riprodotto, in una forma così eclatante e in una scala dimensionale che non passa inosservata, intende accendere i riflettori sui rischi in atto in luoghi fragili o particolarmente esposti, proprio come Venezia. Costruita sull’acqua e in balia del flusso della marea, la città veneta può trovare, proprio nelle mani dell’uomo, il punto di partenza di un percorso nel segno della salvaguardia di un patrimonio unico al mondo.
“Venezia – ha precisato Lorenzo Quinn – culla galleggiante colma di tesori d’arte, è stata per secoli fonte di ispirazione ma per sopravvivere ha bisogno del supporto della nostra generazione e delle generazioni future, per essere in grado di affrontare i cambiamenti climatici e la forza distruttrice del tempo”.