Quasi 200 tra abiti e accessori realizzati, da metà Ottocento fino ai giorni nostri, da prestigiose sartorie e atelier di moda sono in mostra a Palazzo Pitti in un affascinante percorso che indaga il carattere fugace della moda e la sua forza poetica. Fino al 22 ottobre 2017.
Dopo Karl Lagerfeld – Visions of Fashion, la mostra Il museo effimero della moda. Appunti per un museo ideale costituisce il nuovo risultato messo a segno all’interno del programma triennale, siglato lo scorso anno, tra le Gallerie degli Uffizi e il Centro di Firenze per la Moda Italiana, presieduto da Andrea Cavicchi.
Inaugurata in occasione della 92esima edizione di Pitti Uomo, ideata e curata da Olivier Saillard – direttore del Palais Galliera, autore di performance e progetti artistici, nonché curatore dell’esposizione Balenciaga, l’oeuvre au noir, in corso a Parigi – Il museo effimero della moda si snoda tra 18 sale della Galleria del Costume di Palazzo Pitti.
Protagonisti sono 200 pezzi, tra abiti e accessori, eterogenei per fattura, epoca e atelier di realizzazione e, non da ultimo, stato di conservazione; protagonisti di un allestimento poetico e, per certi versi, struggente. Concepito in forma di installazione, il percorso espositivo fa propria una dimensione di provvisorietà e colloca le opere – selezionate a partire dalle collezioni della Galleria del Costume di Palazzo Pitti a Firenze e quelle del parigino Palais Galliera – su manichini di legno, su sedie, poltrone e altri “simulacri decorativi che il Palazzo ha accumulato nel corso dei decenni”, come ha precisato il curatore.
Le creazioni tessili in mostra, relative all’arco temporale da metà Ottocento ai giorni nostri, si fanno portavoce tanto della persistenza della propria forza creativa quanto, talvolta, della loro commovente fragilità. È il caso, ad esempio, del vestito avorio appartenuto alla stilista Madeleine Vionnet, la cui seta sovraccarica, fragilissima, impossibile da restaurare ne rende impensabili future esposizioni in pubblico. Una mostra, dunque, che interpreta gli abiti al pari di “naufraghi di un museo misterioso, fragile e caduco“.
[Immagine in apertura: photo by Alessandro Ciampi]