Tornare bambini tra gli alberi, reinventando il legame individuale con la Natura e dando vita a narrazioni che riducano la crescente alienazione dal paesaggio: in Québec è di nuovo tempo di scoprire le installazioni dell’International Garden Festival.
Si rinnova, con la 18esima edizione, l’annuale appuntamento con l’International Garden Festival, kermesse che nella cornice dello storico parco Les Jardins de Métis, in Québec, riunisce progettisti attivi nel campo dell’architettura dei giardini e del paesaggio. Proprio come avvenuto nell’estate 2016, anche questa volta i progetti realizzati sono frutto di una scrupolosa selezione condotta a partire da 162 proposte, pervenute da 30 Paesi. Playsages è il tema guida dell’anno e per i partecipanti ha rappresentato un incoraggiamento a ripensare l’universo del gioco e a prendere parte, con gli strumenti della loro professione, alla discussione globale sulla relazione, sempre più mediata, con la Natura e il paesaggio.
Le installazioni selezionate sono L’Escale, del team locale Collectif Escargo – formato dal designer Pierre-Yves Diehl, dall’architetto paesaggista Karyna St-Pierre e dall’insegnante d’arte Julie Parenteau; The Woodstock, dei francesi di Atelier YokYok; La Chrysalide degli architetti del paesaggio Gabriel Lacombe e Virginie Roy-Mazoyer, con sedi a Vancouver e Montréal; Paysage euphonique del team MANI – formato dall’architetto Claudia Campeau con il designer Maud Benech; Soundcloud dell’architetto paesaggista Johanna Ballhaus e dell’architetto Helen Wyss, rispettivamente dal Canada e dalla Svizzera; HAIKU, del duo di architetti spagnoli Francisco A. Garcia Pérez e Alessandra Vignotto.
Il fil rouge del gioco è stato declinato con modalità e ambientazioni eterogenee, come dimostrano, ad esempio, le strutture giganti di Paysage euphonique, che ridefiniscono il rapporto individuale con il paesaggio, obbligando a vedere e ascoltare la natura in modo diverso.
E non mancano gli inviti a concedersi una pausa dai ritmi della quotidianità per approdare in una condizione di “sospensione temporale tra l’infanzia e l’età adulta“: è il caso del poetico La Chrysalide, che ripropone il gesto di salire sull’albero per poi lasciarsi avvolgere in un “nido di legno” a dimensione umana.
[Immagine in apertura: Vertical Line Garden by Julia Jamrozik & Coryn Kempster. Photo credit: Martin Bond]