Nelle “stanze” di Cristina Coral, tutto il fascino delle storie non dette

26 Luglio 2017


C’è spazio anche per la giovane fotografia italiana nella programmazione estiva del Complesso Museale Santa Maria della Scala, a Siena. Dal 28 luglio al 10 settembre 2017 resterà infatti aperta Storie di stanze. Room Stories, personale della fotografa Cristina Coral: attiva dal 2012, è già stata premiata a livello internazionale in più occasioni, può vantare pubblicazioni su varie riviste e ha all’attivo partecipazioni a mostre collettive e monografiche in Italia e all’estero.

Oltre alle suggestioni offerte dal nuovo itinerario multimediale Divina Bellezza – Sotto il Duomo, percorsi di Luce, aperto fino al 31 ottobre prossimo, il Santa Maria della Scala continua a portare avanti l’indagine sulla fotografia contemporanea intrapresa lo scorso anno.
In questo nuovo appuntamento espositivo confluiscono 23 immagini dell’artista che Daniele Pittèri, Direttore del Complesso, ha dichiarato di avere scoperto su Instagram: “L’ho ritrovata, più tardi, su Juliet Magazine e su Metal Magazine”, ha raccontato ripercorrendo la genesi del progetto. “Ogni volta che mi imbattevo nelle sue fotografie mi colpivano tre cose: la luce, la compostezza formale dei suo scatti, l’atmosfera sospesa nello spazio e nel tempo in cui si collocavano, il rapporto fra pieni e vuoti. ‘Storie di stanze. Room Stories’ la abbiamo poi costruita assieme, lavorando a distanza, ma con una sintonia immediata, immaginando un percorso coerente fra le immagini, come se fossero fotogrammi distonici ma organici di un’unico percorso narrativo.”

Soggetto di questa serie sono fragili figure femminili, colte in ambientazioni di sapore vintage, in atmosfere silenziose ed enigmatiche. Come ha precisato la stessa Coral, si tratta di “uno studio iniziato nel 2013 quando ho scattato in alcuni appartamenti, hotel e ville storiche della mia città. Le stanze che scelgo sono luoghi in cui gli spazi fra gli oggetti – come nelle pitture giapponesi – sono i veri protagonisti delle immagini. Le ambientazioni che scelgo, in qualche modo, devono essere quasi sospese e racchiudere la forma, la composizione e contenere la dimensione delle mie idee. Il tempo come la luce hanno un ruolo molto importante. Credo che “la mia fotografia” colga dei momenti al di là del tempo, più vicina al mistero che ciascuno di noi é per se stesso. La complessità delle figure femminili è la migliore interprete della mia visione dei sentimenti.