Da David Bowie a Leonardo DiCaprio; da Kim Kardashian West a Justin Bieber: sotto la lente del digital artist Yung Jake, pseudonimo di Jake Patterson, sono finite personalità note al grande pubblico. Tutte restituite attraverso dettagliatissimi ritratti, composti di sole emoji.
Non chiamatele semplicemente “faccine”: a New York le emoji hanno “fatto irruzione” persino nel circuito delle gallerie d’arte contemporanea, oltrepassando definitivamente la dimensione dello smartphone e dei social network.
Dal virtuale al reale, l’esposizione Emoji Portraits, ospitata alla Tripoli Gallery di Southampton, rivela infatti la sorprendente collezione di ritratti realizzati dal digital artist statunitense e rapper Yung Jake.
Originario di Los Angeles, è artefice di una serie di immagini realistiche concepite esclusivamente riunendo insieme centinaia di emoji. Dopo aver messo a punto la singolare tecnica, realizzando dapprima alcuni “dipinti” nei quali ha immortalato i suoi amici, l’artista ha cercato di misurarsi con alcune delle più note personalità dei nostri tempi. A rafforzare la sua popolarità sono stati i consensi ottenuti attraverso i suoi profili social: un autentico tam-tam che ha permesso ai “ritratti” – tra gli altri – di David Bowie, Rihanna, Taylor Swift e persino del Presidente Donald Trump di divenire virali in rete.
Il successo delle emoji sembra davvero un fenomeno che non conosce “confini creativi” e con declinazioni sorprendenti. Solo alcuni mesi fa, la galleria californiana Cantor Fine Art di Los Angeles aveva diffuso, attraverso il proprio sito, versioni emoji degli artisti più famosi dell’arte internazionale: da Frida Khalo a René Magritte, da Andy Warhol a Marcel a Yayoi Kusama, fino a Michelangelo. Più di recente, il sindaco di Città del Messico ha lanciato un’iniziativa finalizzata alla creazione di nuove emoji capaci di restituire, con immediatezza, il ritmo, lo spirito e l’immagine della capitale messicana.