Simbolo di un'epoca, la figura di Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena è stata indagata dal cinema e dalla letteratura. Portata sul grande schermo dall'attrice Kirsten Dunst nel 2007, la regina è al centro di una mostra a Prato che ne ricostruisce il profilo proprio a partire dai costumi impiegati nel film di Sofia Coppola.
Guarda al cinema e ad una delle più apprezzate produzioni della regista statunitense Sofia Coppola, il Museo del Tessuto di Prato, con l’apertura della sua nuova stagione espositiva. L’istituzione culturale toscana presenta infatti Marie Antoinette. I costumi di una regina da Oscar, mostra che celebra il genio italiano della costumista Milena Canonero e, nello stesso tempo, ricostruisce il profilo della sovrana francese.
Organizzata dalla Fondazione Museo del Tessuto di Prato, in collaborazione con la Sartoria The One, la mostra attiva un dialogo tra più di 20 abiti maschili e femminili indossati dai principali personaggi del lungometraggio, accostati ad altre opere del Settecento attualmente esposte nella medesima sede.
Collocati su una grande pedana di forte impatto scenografico, che intende rimandare alla dimensioni sfarzosa di Versailles e all’epopea della regina, i costumi del film si integrano con abiti e tessuti de Il Capriccio e la Ragione. Eleganze del Settecento europeo, l’esposizione in corso nella Sala dei Tessuti Antichi, promossa con le Gallerie degli Uffizi e il Museo Stibbert di Firenze.
I costumi del film Marie Antoinette, per i quali Milena Canonero si è aggiudicata il Premio Oscar 2007, sono stati elogiati dalla critica, che li ha riconosciuti come la “migliore reinterpretazione cinematografica mai realizzata dell’abbigliamento del XVIII secolo“. La contemporanea presenza delle due mostre al Museo del Tessuto di Prato assicura ai visitatori un’immersione nelle atmosfere del secolo dei Lumi.
In Marie Antoinette. I costumi di una regina da Oscar la moda diviene l’espediente per ricostruire il profilo della sovrana, dal suo arrivo alla corte di Francia fino alla tragica discesa e alla morte sulla ghigliottina. Un’istallazione multimediale ne racconta la vicenda biografica, estendendo la visione al contesto sociale in cui è vissuta e alla sua passione per gli abiti e gli accessori, che alimentò il suo mito come icona di stile tra le nobildonne di Versailles e nelle maggiori corti europee.
La lettura psicologica offerta nel suo film da Coppola, portato al successo dall’interpretazione di Kirsten Dunst, ha fornito alla costumista Milena Canonero il punto d’avvio per il suo lavoro, risultato anche di un’approfondita indagine iconografica sulla pittura europea del Settecento. “Sono stati necessari numerosi incontri con Milena prima dell’inizio della lavorazione vera e propria”, ha raccontato Alessandra Cinti, titolare della Sartoria The One, la più giovane attiva a Roma sul fronte cinematografico e teatrale, cui è stato assegnato l’incarico di realizzare i costumi per il film. “La ricerca dei materiali è stata minuziosa, lunga e complessa, soprattutto per quanto riguarda le rifiniture con l’impiego di merletti, ricami e applicazioni, alcuni dei quali addirittura originali dell’epoca“, ha ricordato ancora.
Accompagnata da iniziative destinate a un pubblico eterogeneo, proposte per tutta la durata dell’appuntamento – tra cui laboratori multidisciplinare, di doppiaggio, degustazioni, incontri musicali, conferenze, proiezioni cinematografiche – Marie Antoinette. I costumi di una regina da oscar resterà aperta fino al 27 maggio.
[Immagine in apertura: photo by Leonardo Salvini]