"Il corpo umano è soprattutto lo specchio dell'anima e da là viene la sua più grande bellezza", affermò Auguste Rodin nel 1911. In una delle sue opere più note, eccezionalmente esposta nella città piemontese a partire dal 6 aprile, Novecento e Rinascimento sembrano raggiungere un'emozionante unione.
Dal Parco delle Sculture della Fondation Gianadda di Martignyn, alle sale di Palazzo San Francesco, a Domodossola: grazie alla Fondazione Ruminelli, l’opera Le Baiser di Auguste Rodin approda temporaneamente in Italia per una speciale esposizione.
A partire dal 6 aprile, nella città piemontese si potrà infatti apprezzare la copia bronzea della celebre scultura in marmo dell’artista, al centro di un corale omaggio a livello internazionale nel 2017, a cento anni dalla morte.
Oltre a Rodin. Un grande scultore al tempo di Monet, la grande mostra curata da Marco Goldin e attualmente in corso a Treviso, fino al 13 maggio sarà dunque possibile apprezzare dal vivo un altro capolavoro dello scultore originario di Parigi.
Ne Le Baiser, Rodin ha immortalato gli amanti Paolo Malatesta e Francesca Da Rimini dando prova di un’inedita “fusione” tra il Rinascimento – periodo del quale era grande estimatore in quanto ammiratore di Michelangelo, soprattutto delle opere degli ultimi anni – e gli inizi del Novecento, con un “richiamo” all’avvio degli studi sulla psiche umana.
Oltre all’esposizione del bronzo di Rodin, nella stessa sede il 6 aprile sarà inaugurata la mostra Sculptures en lumière di Michel Darbellay, resa possibile con il contributo della Fondazione Gianadda.