Tra monumentali sculture in acciaio corten, oltre sessanta disegni che attestano la centralità dell'opera grafica e installazioni su scala ambientale, la monografica che Firenze dedica a Eliseo Mattiacci ne ripercorrere l'intera carriera.
Ancora una volta l’arte contemporanea riesca ad esaltare la grandiosità degli spazi, interni ed esterni, del Forte di Belvedere. La storica fortezza fiorentina, fino al 14 ottobre, accoglie Eliseo Mattiacci. Gong, la monografica – promossa dall’amministrazione comunale e coordinata da Mus.e – con la quale prosegue il fortunato ciclo espositivo caratterizzato, negli ultimi anni, dalle mostre dedicate a Giuseppe Penone, Antony Gormley e Jan Fabre, e dalla collettiva Ytalia.
Curata da Sergio Risaliti, in collaborazione con Studio Eliseo Mattiacci, la retrospettiva delinea un ritratto ampio e articolato di uno dei grandi protagonisti dell’arte contemporanea, tra i pionieri dell’avanguardia italiana della fine degli anni
Sessanta.
Con opere che lo inseriscono nel novero degli autori che produssero un autentico rinnovamento nel campo della scultura, Mattiacci ha operato nel segno dell’attivazione di nuove relazioni spaziali e concettuali tra arte e natura, tra uomo e ambiente, lasciandosi ispirare anche dalla dimensione cosmica.
Animato dal desiderio di “esplorare il sublime del cosmo, orbite di pianeti e di astri, ritmi e geometrie che appartengono all’universo infinito“, con 20 gruppi scultorei di dimensioni monumentali, ricchi di valori anche simbolici, l’artista occupa i panoramici giardini terrazzati del Forte.
All’interno, su entrambi i livello della storica Palazzina, oltre 60 disegni concorrono a documentare il rilievo della sua attività grafica. In queste sale sono inoltre incluse sculture e installazioni, a ulteriore testimonianza della volontà dell’autore di sperimentare continuamente con materiali eterogenei, dando vita anche ad assemblaggi dalla “inedita arcaicità”.
In occasione della monografica fiorentina viene per la prima volta ripresentata – dopo il debutto in occasione della mostra alla galleria L’Attico di Roma, a metà degli anni Settanta – l’installazione Recupero di un mito (1975).
Accompagnata da un catalogo edito da Forma (Firenze), in italiano e inglese, con testi critici di Sergio Risaliti, Lara Conte ed Emanuele Pace, un’antologia di scritti di vari autori e ricchi apparati iconografici, Eliseo Mattiacci. Gong è associata a una serie di attività e iniziative per bambini, ragazzi e adulti, in programma per tutta l’estate.
[Immagine in apertura: Eliseo Mattiacci, Senza titolo (scultura che guarda), Forte di Belvedere – Firenze, photo by Simona Fossi]