Ideato dalla nuova direttrice, Cristiana Perrella, il progetto "Il museo immaginato. Storie da trent’anni di Centro Pecci" ripercorre la storia della prima istituzione dedicata al contemporaneo ad esser stata realizzata ex novo in Italia, aperta a Prato nel 1988.
Con un “percorso inedito di fatti, dati statistici, aneddoti, ricordi e opere scelte dalla sua collezione e dalla storia delle mostre“, il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci di Prato racconterà, fino al 25 giugno 2019, la sua storia lunga ben 30 anni.
Con il progetto Il museo immaginato. Storie da trent’anni di Centro Pecci l’istituzione diretta da Cristiana Perrella – la prima dedicata al contemporaneo ad esser stata costruita ex novo in Italia – ripercorrerà le oltre 250 mostre di arte, design, moda ospitate a partire dal 1988 e i tantissimi eventi legati alla letteratura, alla musica, alla performance e al teatro, attraverso la timeline disegnata dallo studio grafico Sara De Bondt, associata anche a video, foto, documenti, tracce audio, poster, opere.
Nella programmazione multidisciplinare messa a punto per l’occasione è compresa la mostra Codice Colore, opere dalla collezione di Alessandro Grassi: curata da Stefano Pezzato e visitabile fino al 2 dicembre, presenta capolavori raccolti da uno più rilevanti collezionisti italiani, tra i primi sostenitori della Transavanguardia.
Ogni settimana – il venerdì e la domenica, fino al 21 ottobre – sarà possibile assistere a Otto, la performance di Kinkaleri – già vincitrice del Premio UBU 2002 come miglior spettacolo di teatro danza – in una versione riadattata per i nuovi spazi del museo, aperto nel 2016.
Su commissione del museo pratese, inoltre, il 13 ottobre, in concomitanza con la Giornata del Contemporaneo, Marcello Maloberti presenterà la sua nuova performance RAID, concepita appositamente per il nuovo allestimento della Collezione: si svolgerà in tutte le sale, attivando una relazione con le opere esposte.
[Immagine in apertura: Nuovo Ingresso Centro Pecci, photo Lineashow]