Come si vive all'interno di una comunità etnico-religiosa sulla quale pesa il destino di una lenta e progressiva scomparsa? I 30 scatti del fotografo italo-albanese Majlend Bramo, esposti in queste settimane a Firenze, documentano i preziosi momenti della quotidianità degli ultimi Parsi di Mumbai, in India.
Inaugurata in concomitanza con la 18esima edizione del River to River Florence Indian Film Festival, l’unico festival in Italia interamente dedicato alla cinematografia indiana, la mostra Like sugar in milk conduce i visitatori alla scoperta della comunità etnico-religiosa parsi di Mumbai. La sua lenta ma progressiva scomparsa ha spinto il fotografo italo-albanese Majlend Bramo a documentarne la quotidianità, realizzando un lavoro che svela come gli ultimi componenti continuino a mantenere viva la più antica religione monoteista al mondo: lo Zoroastrismo. Si tratta di una confessione religiosa, come ha sottolineato il fotografo, “di cui l’uomo comune sa poco visto che è seguita da pochissime persone nel mondo ma che ha dei legami anche con i cristiani: infatti i tre Re Magi erano zoroastriani!“.
Il basso indice di natalità sta incidendo sulla sopravvivenza dei Parsi e, in un certo senso, costituisce la “condizione” che rende il progetto dell’artista ancora più significativo e prezioso.
Dovendo indicare un’immagine particolarmente rappresentativa del suo reportage, Bramo invita a soffermarsi sullo scatto “in cui si vede una ragazza con gli occhi chiusi. Ci viene da chiederci se non stia sognando qualcosa, un futuro migliore per la comunità? Una speranza di salvezza? I toni della foto e il suo sorriso non del tutto realizzato trasmettono tuttavia una certa cupezza e timore. Per questo motivo ho deciso di iniziare una documentazione dei loro riti e costumi, prima che l’inevitabile accada“.
Con all’attivo sei anni di attività professionale presso l’agenzia Massimo Sestini News Pictures e con pubblicazioni su testate prestigiose come New York Times, Le Figaró, L’Espresso, Il Corriere della Sera, The Sunday Times, Bramo ha deciso di recarsi in India in qualità di freelance.
Nello sterminato Paese asiatico ha vissuto molti mesi, cercando di conoscere più a fondo i vari aspetti della sua complessa – e spesso contraddittoria – società. “Al momento – ha raccontato – sto realizzando un’indagine fotografica sul concetto di stereotipo. Utilizzando sempre il contesto indiano, sto cercando di dare un altro racconto dell’India, non quella stereotipata a cui tutti siamo abituati. Il problema degli stereotipi infatti non è quello della loro veridicità o meno ma è il fatto che siano l’unico racconto, l’unica voce di un argomento. La realtà è infatti molto più sfaccettata dello stereotipo”.
Nell’attesa di conoscere gli esiti di questa nuova ricerca fotografica, alla fsmgallery – Fondazione Studio Marangoni di Firenze la mostra Like sugar in milk resterà aperta fino al 31 gennaio 2019 a ingresso gratuito.
[Immagine in apertura: Majlend Bramo, Il signor Kaizad tiene in braccio il suo bambino, 2017]