Il MAXXI di Roma ha da poco alzato il sipario su una mostra che ripercorre il legame fra gli artisti e la strada, intesa come luogo di espressione intellettuale, politica e sociale.
Luogo di aggregazione per antonomasia, la strada è al centro della collettiva allestita fino al 28 aprile 2019 negli ambienti del MAXXI di Roma. Curata da Hou Hanru insieme allo staff curatoriale e di ricerca del museo, La strada. Dove si crea il mondo riunisce oltre 200 opere di più di 140 artisti per testimoniare le molte valenze di un luogo che non è soltanto un’infrastruttura, ma uno spazio di espressione individuale, collettiva, politica e sociale.
Il Maxxi stesso si trasforma in una strada-museo, che accoglie progetti site-specific, performance e opere video, cuore pulsante della rassegna costruita attorno a una serie di nuclei tematici. STREET POLITICS (Resistance, Protest, Occupy, Manifest, Feminism and the Carnevalesque…) raccoglie i lavori di artisti del calibro di Andrea Bowers, Marinella Senatore, Kendell Geers e Sam Durant, impegnati in un’indagine sullo spazio urbano come luogo di aggregazione ma anche come contesto in cui esprimere la resistenza al potere.
La sezione GOOD DESIGN (Innovation, Limitation and Freedom) vede nella strada la cornice ideale per sperimentare innovazioni tecnologiche legate alla mobilità e alla comunicazione: ne sono un esempio gli interventi di Pedro Reyes, Patrick Tuttofuoco, Olafur Eliasson, Carsten Nicolai, Lucy + Jorge Orta e Cao Fei, mentre COMMUNITY (Immigration, Minorities, Diversity, Love and Living Together) e EVERYDAY LIFE (Eat, Work and Exchange, Home/Homeless…) accostano le ricerche di Kimsooja, Mark Bradford, Flavio Favelli e Jimmie Durham.
INSTITUTIONS (Street As Museum, Museum as Street) e MAPPING (Planned / Unplanned, Built / Un-built) guardano al legame fra museo e strada, gesto artistico e architettura attraverso le opere di Simon Fujiwara, Thomas Hirschhorn, Rosa Barba e Daniel Crooks, cui si aggiungono due timeline, RETHINKING THE CITY e STORIES OF THE STREET, che ripercorrono la storia urbanistica di un’infrastruttura fondamentale e il modo in cui gli artisti ne hanno fatto uso.
Completa la mostra un ciclo di talk e di interventi esterni al museo, come quelli di Barbara Kruger, Alberto Garutti, Monica Bonvicini, Alfredo Jaar e Jeremy Deller.
[Immagine in apertura: Advertising signs on the Strip, 1968 © Venturi Scott Brown and Associates; courtesy by Museum im Bellpark Kriens from the “Las Vegas Studio”- project curated by Hilar Stadler and Martino Stierli]