Vita, peripezie e segreti del più grande genio dell’umanità raccontate dal suo assistente e amico Tommaso Masini. Questi gli ingredienti dello spettacolo scritto, diretto e interpretato da Flavio Albanese a 500 anni dalla scomparsa di Leonardo da Vinci.
Anche il mondo del teatro aderisce alle celebrazioni internazionali che, nel corso del 2019, renderanno omaggio con una pluralità di iniziative al 500esimo anniversario della morte di Leonardo da Vinci.
A Milano, a partire dall’8 gennaio, il Piccolo Teatro Strehler – Scatola Magica propone Il volo di Leonardo. Scritto, diretto e interpretato da Flavio Albanese, lo spettacolo è stato ispirato da uno dei Codici leonardiani. In particolare, Albanese ha scelto di delineare il ritratto di una mente geniale, nell’arte quanto nella scienza, a partire dai suoi studi del volo degli uccelli, funzionali non solo a soddisfare la sua sterminata curiosità.
Conservato nella Biblioteca Reale di Torino e scritto nel 1505, il Codice raccoglie i testi e i disegni relativi all’analisi del comportamento degli animali e, nello stesso tempo, fa luce sugli interrogativi di Leonardo in merito alla possibilità di sviluppare macchine volanti utilizzabili dall’uomo.
Albanese ripercorre queste ricerche indossando i panni dell’allievo Tommaso Masini, detto Zoroastro, che in prima persona racconta al pubblico il suo apprendistato e i suoi contatti diretti con il grande protagonista del Rinascimento italiano.
Nonostante l’insuccesso de “il grande nibbio”, visionaria invenzione leonardesche “provata” dallo stesso Masini, l’autore de La Gioconda restò strenuamente convinto che anche gli uomini potessero “spiccare il volo”. Una fiducia verso l’umanità e le sue potenzialità che può essere considerata una delle chiavi di letture dello spettacolo, ma che è nello stesso tempo una testimonianza della fede, nutrita da Leonardo, verso il superamento dei limiti e verso l’apprendimento tramite l’esperienza diretta.
In replica fino al 20 gennaio, Il volo di Leonardo si pone anche degli obiettivi didattici, ovvero “conoscere attraverso gli scritti e gli aneddoti, la storia, il temperamento e il modo di pensare del più grande Genio del nostro Rinascimento”, condizione che lo rende adatto anche a un pubblico di bambini e adolescenti (a partire dai 9 anni).
Come ha infatti voluto sottolineare Albanese, “Leonardo mi ha insegnato a non aver paura di volare. Tutto è sempre sotto i nostri occhi, domande e risposte. È il pensiero che genera la materia, non la materia che genera il pensiero.”