Antony Gormley torna a Firenze con una grande mostra agli Uffizi

26 Febbraio 2019

Antony Gormley Veduta dell’allestimento nella sala 43 degli Uffizi. Settlement IV, 2018 blocchi in acciaio inossidabile Per gentile concessione Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana Fotografia di Ela Bialkowska, Okno Studio © l’artista

A quattro anni di distanza dalla personale Human, curata da Arabella Natalini e Sergio Risaliti e allestita nel panoramico Forte del Belvedere, Firenze torna a celebrare l’arte di Antony Gormley con un nuovo progetto espositivo. Questa volta è la Galleria degli Uffizi a fare da cornice all’esposizione dei lavori dello scultore britannico, che per sua stessa ammissione impiega “l’impressione indessicale del mio corpo vivente invece che la mimesi per realizzare un’opera che sposta e racchiude, per coinvolgere e attivare l’attenzione“.

Anticipata dall’installazione della scultura in fibra di vetro Event Horizon, posizionata nei giorni scorsi sul bordo della terrazza degli Uffizi, la retrospettiva Essere costituisce l’occasione per apprezzare anche alcune nuove opere dell’artista londinese, oltre aun intervento senza precedenti nella storia dell’istituzione toscana.
Il riferimento è a Passage, la maxi installazione metallica, composta da un tunnel di acciaio nero lungo 12 metri che ricalca la figura umana: l’opera, capace di stimolare nei visitatori sentimenti di inquietudine e smarrimento, è la più grande mai esposta fino a oggi nella Galleria delle Statue e delle Pitture.

Tra le opere di Gormley che debuttano in questa occasione si segnalano Veer II (2018), un’evocazione tridimensionale in ghisa di un sistema nervoso al centro del corpo, a grandezza naturale, e Breathe (2018), un’opera espansiva di grandi dimensioni ricoperta di piombo che applica i principi cosmici del Big Bang alla singolarità di un corpo soggettivo.
Oltre alla relazione con la città, attivata dalla già citata Event Horizon e da Another Time, esposta tra le sculture classiche in galleria, prende forma anche un ulteriore confronto con la collezione storica degli Uffizi. Sono state infatti poste in dialogo l’Ermafrodito dormiente, copia romana di età imperiale da un originale ellenistico del II secolo a.C., e il blocco Settlement , realizzato da Gormley nel 2005.

Visitabile fino al 26 maggio, Essere riconduce l’artista “al cuore dell’arte e della città, il Rinascimento, interpretato simbolicamente come la culla della modernità“, come ha indicato il direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, che ha sottolineato come la produzione dello sculture “rifiuta ogni mimesi, ogni scontato riferimento casuale alla Natura. Le sue creazioni in ghisa, acciaio, tessuto, cemento e argilla interagiscono in modo coinvolgente con lo spettatore, diventando oggetti-soggetti che attirano l’attenzione, offrendo stimoli inaspettati per azione e reazione riflesse e affrontando il digitale con il rendere fisico il pixel“.

[Immagine in apertura: Antony Gormley, Veduta dell’allestimento nella sala 43 degli Uffizi. Settlement IV, 2018. Per gentile concessione Galleria Continua, San Gimignano / Beijing / Les Moulins / Habana. Fotografia di Ela Bialkowska, Okno Studio © l’artista]