23 Aprile 2019
Il legame tra Napoli e Caravaggio rivive nella mostra allestita al Museo e Real Bosco di Capodimonte e al Pio Monte della Misericordia. Con un focus sugli artisti locali influenzati dal Maestro.
Furono 18 i mesi trascorsi da Caravaggio a Napoli, determinanti per l’evoluzione del suo stile pittorico e per il legame che l’artista instaurò con la città. Oggi quel legame è al centro della mostra allestita fino al 14 luglio al Museo e Real Bosco di Capodimonte e al Pio Monte della Misericordia, con la curatela di Maria Cristina Terzaghi e Sylvain Bellenger.
Caravaggio Napoli riunisce 6 capolavori del Merisi provenienti da istituzioni nostrane e internazionali e 22 opere di artisti partenopei che assorbirono la lezione dell’artista e la declinarono nel proprio linguaggio. Anche lo stile del Merisi fu profondamente influenzato dalla città che lo accolse durante due soggiorni, tra ottobre 1606 e giugno 1607 e nell’autunno 1609 fino alla morte, avvenuta a Porto Ercole nel 1610, durante il viaggio di ritorno verso Roma.
La drammaticità della produzione napoletana riflette le vicende di Caravaggio, che giunse a Napoli da Roma dopo essere stato coinvolto nell’omicidio di Ranuccio Tomassoni. Ne è prova l’intensità di opere come la Flagellazione conservata a Capodimonte e realizzata per la chiesa di San Domenico o quella del Musée des Beaux-Arts di Rouen, assente da Napoli da 35 anni.
A conferma del grande impatto che ebbe la pittura di Caravaggio sulla Scuola napoletana, la mostra accende i riflettori su opere di Battistello Caracciolo, Massimo Stanzione, Filippo Vitale e Tanzio da Varallo, presente a Napoli contemporaneamente a Caravaggio. Estendendo lo sguardo all’Europa, la rassegna porta per la prima volta in Italia le opere di Louis Finson, tra i primi seguaci e copisti di Caravaggio a Napoli.
[Immagine in apertura: Caravaggio, Flagellazione, 1607, Olio su tela, cm 134,5 x 175,5, Rouen, Musée des Beaux-Arts © C. Lancien, C. Loisel /Réunion des Musées Métropolitains Rouen Normandie]