Per Sottsass, l'importanza del design non era circoscritta alla forma e alla funzione: andava ricercata anche nelle sue capacità comunicative. All'ICA – Institute of Contemporary Art una mostra analizza il linguaggio e lo stile del progettista, a partire da 50 progetti esemplari.
Nel corso del 2017 gli omaggi a Ettore Sottsass, tra i più noti e influenti architetti e designer del Novecento, si sono susseguiti in tutto il mondo: ricorreva, infatti, il centenario della nascita del progettista, avvenuta a Innsbruck nel 1917.
Prosegue idealmente quel percorso la mostra Ettore Sottsass and the Social Factory, inaugurata nei giorni scorsi all’ICA – Institute of Contemporary Art di Miami. Accompagnata dal progetto di allestimento curato dall’architetta messicana Frida Escobedo, autrice del Serpentine Pavilion 2018 a Londra, la rassegna visitabile fino al 6 ottobre prossimo ricostruisce l’audace lavoro di Sottsass attivando un confronto serrato con il contesto socio-culturale del suo tempo.
Nel percorso espositivo una selezione di 50 opere dell’artista – tra cui mobili, oggetti, ceramiche e disegni – si affianca a un importante repertorio fotografico allo scopo di sottolineare i punti di contatto e di connessione tra l’orizzonte culturale di Sottsass e le idee, le posizioni, le novità che si diffusero nell’arco dei 50 anni presi in esame.
Per i curatori della mostra si tratta di un progetto che intende fornire una visione più profonda dei processi mentali e delle relazioni dell’autore con gli eventi e le mutate condizioni sociali della sua epoca: un obiettivo che potrebbe gettare nuova luce sul patrimonio creativo firmato Sottsass.
[Immagine in apertura: Ettore Sottsass, Mobili grigi, Elledue ded, Bicinque mardrobe, Ultrafragola mirror, Poltronova, 1970. Salone del Mobile, Milan. Photo: A. Fioravanti, E. Sottsass via Artribune]