A 136 anni dalla nascita dell'architetto Walter Gropius, torna ad aprire le sue porte la Haus Am Horn, oggetto di un accurato restauro. Nel 1996 l'UNESCO l'aveva designata come Patrimonio dell'Umanità, all'interno del circuito denominato “Bauhaus and its Sites in Weimar, Dessau and Bernau”.
Non è una data casuale, quella scelta da Klassik Stiftung Weimar per la riapertura al pubblico della Haus Am Horn, nota come il “primo esempio al mondo di architettura Bauhaus“. Oggetto di uno scrupoloso intervento di restauro, che ha riguardato anche gli spazi esterni, il celebre prototipo abitativo è tornato di nuovo accessibile nel giorno del 136esimo anniversario della nascita di Walter Gropius, oltre che nell’anno in cui decine di iniziative celebrano i 100 anni della fondazione del Bauhaus.
Interessante e meritevole di essere conosciuta è la storia di questa “casa modello”, divenuta nel 1996 parte del “circuito” Bauhaus and its Sites in Weimar, Dessau and Bernau, incluso nella lista UNESCO dei Patrimoni dell’Umanità.
L’edificio venne presentato per la prima volta nel 1923, in occasione dell’esposizione Bauhaus di quell’anno. Incarnazione dell’idea di un’opera d’arte concepita attraverso la fattiva interazione tra architettura e design, la Haus Am Horn fu progettata da un docente della scuola, Georg Muche, che ne definì l’impianto planimetrico. La costruzione fu supervisionata da Adolf Meyer, Walter March e dallo studio di architettura dello stesso Gropius.
Nei laboratori di progettazione del Bauhaus vennero sviluppati tutti gli arredi previsti per gli spazi interni, la cui realizzazione diede così – per la prima volta – una concreta traduzione della visione della vita contemporanea secondo i principi della scuola. Al termine dell’esposizione, i mobili furono spediti a Berlino al finanziere Adolf Sommerfeld, che ne divenne così il proprietario.
Alla carenza delle soluzioni d’arredo dell’epoca, la Klassik Stiftung Weimar ha risposto in vari modi: nella mostra permanente che attende i visitatori della Haus Am Horn sono incluse fedeli repliche dei mobili originali – in parte esposti nel Bauhaus Museum di Weimar, aperto il mese scorso – o “ingegnose alternative”.
È il caso del cosiddetto “Umrissmöbel”, uno speciale allestimento che ha previsto la riproduzione dei soli contorni dei pezzi di arredamento non più disponibili. Accompagnati da supporti didattici e multimediali, questi “outline furniture” consentono di visualizzare l’ingombro e di farsi un’idea della silhouette dei mobili di un tempo.
La grande attenzione ai dettagli che ha guidato la mano degli specialisti nella ristrutturazione dell’edificio è stata estesa anche agli spazi verdi di pertinenza del prototipo abitativo. I paesaggisti hanno infatti ricreato l’antico orto – una presenza essenziale, per il Bauhaus, in un’ottica di autoproduzione di cibo nutriente – e piantato alcune verdure.