Vera e propria icona della disciplina fotografica, Robert Mapplethorpe è protagonista dell’omaggio espositivo a lui dedicato dal Guggenheim Museum di New York. Stavolta i suoi scatti sono al centro di un dialogo con gli artisti contemporanei.
È un lungo programma di celebrazioni quello che il Guggenheim di New York dedica a Robert Mapplethorpe nel trentennale della sua scomparsa. Implicit Tensions è il titolo della rassegna in due capitoli che evoca le molte sfumature del lavoro fotografico dell’artista, noto in tutto il mondo grazie a uno stile poetico e graffiante al tempo stesso, fatto di scatti in bianco e nero passati alla Storia.
Il primo capitolo espositivo, conclusosi lo scorso 10 luglio, ha riunito nelle sale del Guggenheim Museum una selezione di opere incluse nella donazione fatta dalla Robert Mapplethorpe Foundation al museo newyorkese nel 1993: scatti di nudi maschili e femminili, still life, ritratti di colleghi e celebrità, istantanee esplicite legate alla scena sadomaso e underground della metropoli americana sintetizzavano le scelte visive di Mapplethorpe, accompagnando il pubblico alla scoperta del suo immaginario.
Il secondo capitolo di Implicit Tensions, in programma dal 24 luglio al 5 gennaio, creerà invece un dialogo fra gli scatti di Mapplethorpe e gli interventi degli artisti contemporanei, esplicitando la profonda influenza esercitata dal fotografo sulle generazioni successive.
Zanele Muholi, Rotimi Fani-Kayode, Lyle Ashton Harris, Glenn Ligon e Catherine Opie sono solo alcuni degli artisti messi a confronto con Mapplethorpe attraverso le opere presenti nella raccolta del Guggenheim Museum. Il risultato sarà una conversazione a più voci dai contorni fortemente attuali.
[Immagine in apertura: Robert Mapplethorpe, Self Poirtrait, 1980, Solomon R. Guggenheim Museum, New York. Copyright The Robert Mapplethorpe Foundation, used by permission]