Mentre infuria l’inferno della Prima Guerra mondiale, Gustav Klimt ha raggiunto la sua fama. Le vicende personali dell'artista e la caduta dell'Impero austro-ungarico corrono parallele, nel nuovo fumetto di Otto Gabos.
Dopo averci deliziato con la sua graphic novel ispirata alla vita di Egon Schiele, Otto Gabos – matita di punta del fumetto nazionale – torna nuovamente a parlare di arte, e lo fa chiamando all’appello uno dei protagonisti assoluti dei decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento. Stiamo parlando di Gustav Klimt, scelto come soggetto di un nuovo volume “a balloon” da poco uscito in libreria per Centauria Edizioni.
Impostato come una sorta di diario dei ricordi dell’artista, che sul letto di morte ricompone i tasselli della sua esperienza umana e professionale, Gustav Klimt. La bellezza assoluta (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina) è una “graphic biography” che, pur partendo dal suo protagonista, offre una ricognizione sull’intera esperienza viennese, raccontando in modo tutt’altro che marginale gli sviluppi della Secessione, le tappe e i luoghi simbolo di quel periodo d’oro.
Dalle relazioni d’amore clandestine (si dice che Klimt abbia avuto dagli 11 ai 14 figli, quasi tutti con le modelle che posavano per lui) agli amici artisti e compositori; dalla psicoanalisi di Freud all’impatto della critica con i suoi dipinti, l’arte e la vita di questo “vate” della tela vengono riproposte attraverso una scansione cronologica, interpretata con grande esperienza dalle matite e dagli acquerelli di Gabos. A chiudere il libro la tragedia della guerra, il crollo dell’Impero austro-ungarico e gli occhi dell’artista che si spengono. Da quel momento in poi sarebbe stato il Novecento.