In concomitanza con la mostra in corso ad Ascoli Piceno, Quodlibet porta in libreria un'importante raccolta di opere di Tullio Pericoli, pittore tra i più rappresentativi del secondo Novecento italiano. Al centro della riflessione il tema del paesaggio, da sempre protagonista nella ricerca dell'artista.
Qualche mese fa vi abbiamo raccontato la grande retrospettiva di Tullio Pericoli – ancora in corso – nelle sale del Palazzo dei Capitani di Ascoli Piceno. Conquistati dai suoi paesaggi poetici, sempre in bilico tra la sensazione del sogno e il sapore della terra, torniamo oggi a parlare dell’artista marchigiano grazie a una nuova pubblicazione targata Quodlibet.
Si tratta di Forme del paesaggio. 1970-2018 (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina), un volume che, nato in risposta all’esposizione ascolana, raccoglie una selezione di centosessantotto immagini realizzate dal pittore nell’arco di quasi mezzo secolo.
Suddivisi per periodo storico – seguendo l’itinerario espositivo curato da Claudio Cerritelli –, i dipinti ripercorrono a ritroso la carriera dell’artista, a partire dalle Geologie d’inizio anni Settanta fino all’ultimo ciclo dedicato ai recenti eventi sismici che hanno colpito il territorio marchigiano.
Che si tratti di colline morbide e sognanti, di borghi di periferia visti dall’alto, di vallate e boschi carichi di pathos, al centro della riflessione c’è sempre lui: il paesaggio, metafora dell’intera ricerca espressiva del pittore nato a Colli del Tronto nel 1936. Il volume, elegante nella forma e curato nell’impaginazione delle opere, si arricchisce inoltre di testi di voci tra le più rappresentative della cultura artistica nazionale. Le prefazioni di Salvatore Settis, di Silvia Ballestra e dello stesso Cerritelli accompagnano il lettore in maniera puntuale e ragionata nella ricerca decennale di Pericoli e nei continui rinnovamenti della sua esperienza pittorica.