Dopo gli interventi di restauro di alcune opere della collezione, e l'acquisizione da parte della nuova Fondazione, il Museo Archivio Richard-Ginori della Manifattura di Doccia Sesto Fiorentino si prepara finalmente a riaprire al pubblico.
Buone nuove per il Museo Archivio Richard-Ginori della Manifattura di Doccia Sesto Fiorentino. Dopo il fallimento della vecchia proprietà nel 2013, e dopo il passaggio nelle mani del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo nel 2017, il museo si prepara infatti a una inedita ridefinizione, grazie alla recente acquisizione da parte della Fondazione costituita dal MiBACT, dalla Regione Toscana e dal Comune di Sesto Fiorentino. Un’operazione totale da oltre 6 milioni di euro che coinvolgerà gli stessi spazi della storica struttura, restaurati e pronti ad aprire al pubblico in una nuova veste entro la fine del 2022.
“Siamo davvero felici che si sia giunti alla costituzione della Fondazione Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia”, hanno dichiarato Giorgiana Corsini e Neri Torrigiani, responsabili della campagna di raccolta fondi Artigianato e Palazzo per il Museo Doccia, impiegata per il recupero di alcune opere negli archivi dell’istituzione.
E proprio gli storici capolavori saranno al centro del nuovo percorso espositivo, che si preannuncia ancor più emozionante, grazie ai recenti interventi di restauro che hanno interessato 28 modelli scultorei in cera, 8 in terracotta e 4 in gesso. Esemplari di assoluta rarità della vasta collezione del museo che, a partire dalla sua fondazione nel 1754, ha raccolto maioliche, porcellane e oggetti di varia natura: un patrimonio che sottolinea il prestigio della tradizione artigianale fiorentina, e che si prepara a tornare finalmente visibile al grande pubblico.
[Immagine in apertura: MD Gruppo VI: visione d’insieme di porcellane di Gio Ponti per la Richard-Ginori tra cui tre boli ed un vasetto dalla serie del Monte Santo, 1924-1927, un vaso con lo Straccione, 1927, una senapiera o veliera dalla serie a Castelli o Archi e paesi, 1929]