Un viaggio fra le architetture dei maestri del Novecento

13 Aprile 2020

Le Corbusier in una dimostrazione del suo metodo di progettazione (Photo by Felix Man/Getty Images)

Ville progettate per facoltosi committenti, studi professionali, spazi poco noti concepiti per la creazione, la contemplazione o il riposo: alle attuali restrizioni della mobilità individuale perché non rispondere con una full immersion (digitale) tra le architetture dei maestri del Novecento? Sulla scia del progetto #WrightVirtualVisits, lanciato pochi giorni fa dalla Frank Lloyd Wright Building Conservancy, insieme alla Frank Lloyd Wright Foundation e alla Unity Temple Restoration Foundation, abbiamo selezionato cinque proposte. Dalla riscoperta di luoghi simbolo dell’architettura moderna, ai quali è possibile accedere online, fino alle campagne social che gli appassionati della disciplina non dovrebbero perdere.

#WRIGHTVIRTUALVISITS

È proprio in questo momento, in cui in così tanti siamo chiusi nelle nostre case, che dobbiamo sperimentare la bellezza e l’ispirazione. Le opere di Wright riuniscono le persone in armonia con il mondo naturale, ricordandoci che siamo tutti connessi, anche quando siamo separati“. Ad affermarlo sono i promotori di #WrightVirtualVisits, l’iniziativa che ha debuttato lo scorso 2 aprile e proseguirà, rigorosamente online, per le prossime sei settimane. Dodici gli edifici progettati dal celebre architetto statunitense che, in questa complessa fase storica, aprono le porte al pubblico internazionale tramite la rete. Immancabili, in tempi di #iorestoacasa, le iconiche ville di Wright: dalla Gordon House alla Martin House, dalla Willey House fino alla cosiddetta Fallingwater, inclusa nella lista UNESCO The 20th-Century Architecture of Frank Lloyd Wright.

NELLO STUDIO DI AALTO

L’epidemia da COVID-19 ha comportato la chiusura di tutti i siti museali gestiti dalla Alvar Aalto Foundation, istituzione che ha deciso di annullare gli eventi pubblici almeno fino al 31 maggio prossimo. C’è tuttavia un modo per “ridurre le distanze” e costruirsi un itinerario virtuale tra luoghi chiave ed edifici dell’architetto finlandese. In particolare ne segnaliamo due: la sede del suo studio e la sua dimora privata a Munkkiniemi, un quartiere di Helsinki. In attesa della ripresa delle visite guidate, sono entrambe esperibili con Google Street View. Una modalità che consente di ripercorrere il tragitto casa-lavoro compiuto dal progettista e che fornisce spunti per mettere alla prova le proprie conoscenze. Aguzzando la vista, sapreste indicare cosa riproduce l’opera a parete, collocata accanto al camino di casa Aalto?

NEL SEGNO DI LE CORBUSIER

Situata a Parigi, al civico 24 di rue Nungesser et Coli, la casa-studio dove Le Corbusier visse a partire del 1934 è una delle 17 opere dell’architetto e artista incluse nel 2016 nella lista dei UNESCO. Abitata dal progettista fino al 1965, è stata aperta al pubblico meno di due anni fa: online sono disponibili numerose immagini di questa architettura meno conosciuta. Tutti i “cultori” dei tour virtuali potranno inoltre “spostarsi” tra alcuni dei riconosciuti capolavori di Le Corbusier: da Villa Savoye alla Cité Radieuse Marseille.

IL MEGLIO DELL’ARCHITETTURA CATALANA

Impossibile non citare il grande spazio digitale dedicato all’architettura moderna e contemporanea catalana, curato dal Col·legi d’Arquitectes de Catalunya. Lanciato da meno di un mese, ripercorre oltre 180 anni di progettazione catalana. Gli utenti possono accedere liberamente a testi e documenti, sia fotografici sia grafici, relativi a 1681 opere di architettura. 1115 gli architetti presenti, ma il progetto è destinato a crescere ancora.

LE PIÙ BELLE RESIDENZE TOSCANE DAL 1945 A OGGI

Si torna in Italia, più precisamente si approda in Toscana, con l’imperdibile campagna Facebook curata dalla Fondazione Giovanni Michelucci onlus. A frequenza quotidiana, vengono pubblicati testi storici, fotografie d’autore e disegni di residenze private realizzate nel territorio regionale. I preziosi documenti condivisi, alcuni dei quali davvero sorprendenti, provengono dal database dedicato all’Architettura Toscana, dal 1945 a oggi, realizzato dalla Fondazione Michelucci nell’ambito del Censimento nazionale delle architetture del secondo Novecento avviato dal MiBACT nel 2002.

[Immagine in apertura: Le Corbusier in una dimostrazione del suo metodo di progettazione. Photo by Felix Man/Getty Images]