Inaugurata il 9 giugno, la mostra allestita al Museum of Contemporary Art di Tokyo segna il ritorno di Olafur Eliasson in Giappone. Con una monografica che riunisce alcune opere emblematiche, realizzate dagli anni Novanta a oggi.
Rimandata a causa dell’emergenza sanitaria, la mostra che il Museum of Contemporary Art di Tokyo ha scelto di dedicare a Olafur Eliasson ha finalmente aperto i battenti pochi giorni fa, gettando nuova luce sulla poetica dell’artista originario di Copenhagen, tornato a calcare le scene espositive nipponiche dopo dieci anni di assenza.
Fino al 27 settembre, il pubblico potrà ripercorrere la carriera di una delle personalità più argute e attente alle urgenze ambientali del panorama contemporaneo, ammirando le opere riunite dalla monografica Olafur Eliasson: Sometimes the river is the bridge. I lavori degli esordi si affiancano a quelli recenti, evidenziando alcuni temi cardine della ricerca di Eliasson.
Fin dagli anni Novanta Eliasson ha rivolto la propria attenzione all’ambiente e agli effetti dei comportamenti umani sul fragile equilibrio naturale. Basti pensare al progetto fotografico The glacier melt series 1999/2019 (2019) ‒ una efficace testimonianza visiva dell’inesorabile mutamento dei ghiacciai islandesi nell’arco degli ultimi vent’anni ‒ o a Little Sun, la lampada a energia solare creata in base ai principi ecologici e di sostenibilità cari all’artista.
Temi, questi ultimi, che assumono una rilevanza maggiore nel complesso scenario globale in cui ci troviamo a vivere, dominato non solo dallo spettro della pandemia ‒ motivo ispiratore del nuovo progetto collettivo di Eliasson che mette in dialogo critico passato e presente ‒, ma anche da un netto impoverimento delle risorse ambientali e da cambiamenti climatici sempre più marcati.
[Immagine in apertura: Olafur Eliasson, Beauty, 1993. Spotlight, water, nozzles, wood, hose, pump. Dimensions variable. Installation view: Museum of Contemporary Art, Tokyo, 2020. Photo: Kazuo Fukunaga. Courtesy of the artist; neugerriemschneider, Berlin; Tanya Bonakdar Gallery, New York / Los Angeles © 1993 Olafur Eliasson]