Prendendo spunto dalla “challenge” del Getty Museum, il baritono Peter Brathwaite ha deciso di reinterpretare una serie di dipinti del passato, postando le foto sui social network. Il criterio di selezione? Scegliere soltanto opere con soggetti di colore.
I recenti avvenimenti legati alla brutale uccisione del ragazzo afroamericano George Floyd hanno innescato, anche nel mondo dell’arte, alcune reazioni di indignazione. Non molte, a dire il vero, ma sicuramente ammirevoli e necessarie per stimolare una riflessione tra artisti e addetti ai lavori sulle disparità e sulle discriminazioni presenti (anche) all’interno del sistema cultura. Così è stato per il dipinto postato da Banksy qualche giorno fa, o ancora prima per l’iniziativa digitale del Museo Nazionale di Storia e Cultura Afroamericana di Washington, artefice di una nuova piattaforma web per riflettere sui temi del razzismo e della disuguaglianza.
Ma come affrontare la questione in maniera ancora più diretta e se possibile accattivante, stimolando il pensiero non solo del pubblico più colto, ma anche e soprattutto di quelle fasce della popolazione più distratte e dunque meno avvezze all’approfondimento di simili argomenti? La risposta non è affatto scontata, eppure è stata fornita in maniera eccellente da Peter Brathwaite, cantante lirico britannico che, armato di macchina fotografica e una buona connessione Internet, ha deciso di “invadere” il web con immagini di persone di colore estratte da dipinti della storia dell’arte, reinterpretate in modo originale e scanzonato.
L’idea era nata in realtà durante l’emergenza sanitaria, quando, per compensare la chiusura dei musei a causa del lockdown, il Getty Museum di Los Angeles aveva innescato la sfida social: ricreare i capolavori del passato… in casa! Quella challenge, a cui avevano risposto in moltissimi, metteva in evidenza secondo Brathwaite un dettaglio non da poco: l’assenza di soggetti neri tra le proposte del pubblico della rete.
Detto fatto, l’artista inglese si è deciso a pareggiare quell’assenza, sfornando più di cinquanta ritratti e scenografie con persone di colore, estratti da capolavori più o meno noti del passato. Dal Miracolo della Croce a Rialto di Vittore Carpaccio al Giovane moro con un arco di Hyacinthe Rigaud; dal Ritratto di africano dipinto da anonimi nel 1760 al più recente dipinto bucolico del presidente Barack Obama di Kehinde Wiley.
Le singole immagini, postate sulla pagina Twitter di Peter Brathwaite – con tanto di hashtag #blackportraiture e riferimenti al Getty –, presentano una miriade di soggetti, gran parte dei quali schiavi, coloni, coltivatori e operai. Tutti, però, rivisitati dall’autore in chiave moderna, utilizzando accessori domestici, lenzuola e soprattutto grandi dosi di fantasia. Moltissimi, infine, i riferimenti alla cucina e alla cultura afro-caraibica: prodotti per i capelli, un libro sulle canzoni tradizionali delle Barbados e foto dei famigliari dell’artista fanno capolino in tantissime immagini, dimostrando l’intenzione dell’ideatore: riscoprire la propria cultura, rivendicarla agli occhi del mondo, invitando implicitamente a una riflessione sull’abbattimento delle distanze e delle differenze tra individui.
Henry Louis Stephens, Victory! (1863). A runaway slave becomes a Union soldier and is struck down fighting for Liberty. Reworked by Peter Brathwaite with roses, dish clothes and Union Flag fabric. Rediscovering #blackportraiture through #gettymuseumchallenge. #gettychallenge
Henry P. Briggs, Ira Aldridge as Othello (c. 1830). One of the greatest Shakespearean actors of his age – but he was black. Unable to work in America, he moved to England in the 1820s. Rediscovering #blackportraiture through #gettymuseumchallenge
Kehinde Wiley, President Barack Obama (2018). Wiley’s portrait includes flowers from Kenya, flowers from Hawaii and the state flower of Chicago. Reworked by Peter Brathwaite with body exfoliate puff sponges. Rediscovering #blackportraiture through #gettymuseumchallenge. #gettychallenge
William Henry Hunt, Originally exhibited as “Jim Crow”, but re-titled “Master James Crow – out of his element” (1840). Reworked by Peter Brathwaite with microwave oven and gradpap’s cou cou stick. Rediscovering #blackportraiture through #gettymuseumchallenge. #gettychallenge
Jaspar Beckx, Portrait of Don Miguel de Castro, emissary of Congo (1643). Dressed in accordance with Portuguese fashion. Reworked by Peter Brathwaite with West African fabric, cream crackers, and serving spoon. Rediscovering #blackportraiture through #gettymuseumchallenge. #gettychallenge. This painting of Don Miguel de Castro was commissioned along with portraits of his servants, Pedro Sunda and Diego Bemba
John Dempsey, “Cotton” of Norwich (c. 1823). From Dempsey extensive folio of British street people. Reworked by Peter Brathwaite with recycling bin and West African print in his basket. “Cotton” sold thread, ribbons and cotton in the streets of Norwich during the 1820s. Rediscovering #blackportraiture through #gettymuseumchallenge. #gettychallenge
Albert Schindler, Portrait of a gardener and horn player in the household of the emperor Francis I (1836). Reworked by Peter Brathwaite with a picture of a planter ancestor (Miles Brathwaite), pipes and Caribbean tea. Rediscovering #blackportraiture through #gettymuseumchallenge. #gettychallenge
[Immagine in apertura: Juriaen van Streeck, Still life with peaches and a lemon (c. 1650s). Reworked by Peter Brathwaite with African print, his heirloom patchwork quilt and Bajan chopped seasoning. Rediscovering #blackportraiture through @GettyMuseum challenge #gettychallenge]