Una ricerca italiana potrebbe aver risolto il mistero relativo alla morte del “divin pittore”. Secondo un team di studiosi dell'Università di Milano-Bicocca, a causare la scomparsa di Raffaello fu una polmonite, aggravata da un errore medico che ne accelerò il decesso. Una notizia che arriva negli stessi giorni in cui le Poste Italiane celebrano l'artista con una serie di francobolli speciali.
Nell’anno in cui si celebra il cinquecentenario della scomparsa del “divin pittore”, Raffaello continua ad affascinare e a incuriosire storici e appassionati non solo per la sua magistrale produzione, ma anche per le vicende biografiche che ne segnarono il percorso umano. Su tutte, le cause che portarono alla morte dell’artista, da sempre al centro di un acceso dibattito che ha visto negli anni avanzare ipotesi disparate. Ad aggiungere un nuovo tassello alle teorie fin qui conosciute arriva oggi un nuovo studio dell’Università di Milano-Bicocca, dal titolo The death of Raphael: a reflection on bloodletting in the Renaissance.
Pubblicata dalla rivista Internal and Emergency Medicine, la ricerca – condotta da Michele Augusto Riva, Maria Emilia Paladino, Marco Motta e Michael Belingheri – offre una nuova prospettiva sul decesso dell’urbinate. Stando all’analisi di testimonianze dirette e indirette dell’epoca, il pittore rinascimentale sarebbe infatti scomparso a causa di una polmonite. Un’ipotesi che subentra a quelle sulla sifilide, sul tifo e sulla malaria, per anni ritenute le cause più accreditate in seguito alla nota condotta di vita libertina dell’artista.
Secondo l’analisi di fonti quali Le Vite del Vasari e di testimonianze di personaggi storici della Roma del tempo, l’artista sarebbe scomparso il 6 aprile 1520 dopo giorni di febbre alta. Una febbre, tuttavia, che non ne compromise la salute mentale – se è vero che il pittore fu in grado di compilare il testamento individuando gli eredi e dando gli ultimi ordini prima di lasciare il mondo a 37 anni.
Quella di Raffaello fu dunque una malattia improvvisa, con un decorso durato fra gli otto e i dieci giorni, e che lasciò al pittore la lucidità per svolgere le ultime funzioni. Sintomi, questi, che coinciderebbero con quelli di una malattia polmonare, per di più curata in maniera erronea dai medici del tempo, i quali decisero di trattare il morbo con la pratica dei salassi – ovvero sottraendo una certa quantità di sangue dal corpo al fine di riequilibrare la circolazione: una pratica quanto mai sconsigliata in caso di febbre polmonare, e che aggravò lo stato di salute già compromesso dell’urbinate.
Nel frattempo continuano gli eventi e le celebrazioni dedicati al grande pittore marchigiano per il quinto centenario della morte. Alla grande retrospettiva presso le Scuderie del Quirinale di Roma, alla pubblicazione del fumetto biografico e al docu-film prossimo all’uscita per Nexo Digital, si aggiunge oggi una nuova iniziativa: la stampa di quattro francobolli in omaggio ad altrettanti capolavori dell’artista.
Presentate da Poste Italiane all’interno della serie tematica Il Patrimonio artistico e culturale italiano, le stampe raffigurano il Trionfo di Galatea, la Madonna con il Bambino, lo Sposalizio della Vergine e l’Autoritratto conservato presso la casa natale a Urbino. Ognuno dei francobolli reca l’indicazione tariffaria della posta ordinaria per l’estero destinata all’Africa, alle Americhe e all’Asia: un modo per “esportare” anche oltreconfine questo simbolo per eccellenza dello spirito italiano.
[Immagine in apertura: Vatican City, Vatican Museum, Vatican Palace, Room of the Segnature, Whole artwork view, A group of philosophers and scholars within a building, Can be recognized Plato, pointing up, and Aristotle, pointing down, at the center of the composition; in the lower right a man with geometry tools, Euclid or maybe Archimedes. (Photo by Electa / Mondadori Portfolio via Getty Images)]