Magazzino Italian Art riapre al pubblico di New York dopo la pandemia, chiamando a raccolta una selezione di artisti italiani residenti nella Grande Mela. Succede con la mostra “Homemade”: una riflessione sulle difficoltà e sulle nuove sfide creative affrontate durante la quarantena.
Tra le città statunitensi maggiormente colpite dalla pandemia New York è stata la più funestata. Una situazione drammatica, quella che ha messo in ginocchio la Grande Mela, dalla quale molte istituzioni culturali stanno provando oggi faticosamente a rialzarsi. Su tutte Magazzino Italian Art, lo spazio espositivo nato lungo le sponde del fiume Hudson nel 2017 grazie all’intraprendenza di Giorgio Spanu e Nancy Olnick.
Riconosciuto come uno dei nuovi baricentri dell’arte italiana oltreconfine, il museo ha recentemente riaperto al pubblico dopo il lungo lockdown, annunciando una serie di iniziative come sempre all’insegna della qualità e della migliore sperimentazione. Tra queste la nuova mostra Homemade, tappa conclusiva del programma digitale avviato durante la quarantena. Aperto fino al prossimo 7 settembre, il progetto espositivo chiama a raccolta otto artisti italiani residenti a New York. A ognuno di essi l’istituzione ha rivolto una sfida: creare delle opere d’arte facendo fronte ai limiti imposti dalla pandemia, impiegando metodi e materiali nuovi come strategia di resilienza alle necessità del momento.
Il risultato è una corposa selezione di manufatti inediti: opere dal taglio insolito, se comparate alla ricerca degli autori coinvolti, e che dimostrano la vitalità e l’ingegno di artisti che hanno saputo mettersi in gioco facendo di necessità virtù. Così è, ad esempio, per il grande ritratto di famiglia di Andrea Mastrovito, per il video poetico e intimista di Beatrice Scaccia e per le immagini a tema naturalistico di Francesco Simeti. “È difficile credere con quale rapidità sia passato questo tempo, e ora che ‘Homemade’ è giunto al termine sentiamo la necessità di riflettere su questa esperienza collettiva”, ha dichiarato Vittorio Calabrese, direttore di Magazzino Italian Art. “La fiducia, il coraggio e l’entusiasmo hanno guidato ognuno degli artisti, portandoli a esplorare terreni creativi non conosciuti e affrontare la paura con audacia. Non potremmo essere più orgogliosi di ciò che hanno realizzato e dei modi in cui lo hanno fatto”.
Ognuno dei lavori è inoltre presentato insieme a una selezione di opere passate dei rispettivi autori: una corrispondenza tra passato e presente offerta al pubblico con lo scopo di restituire uno spaccato il più possibile ampio ed esaustivo sulla pratica dei singoli artisti coinvolti.
Ma non è tutto. Per l’intero periodo estivo, infatti, Magazzino continuerà a offrire una serie di attività dedicate ai migliori risultati della cultura italiana contemporanea. Così è, ad esempio, per il cartellone di Cinema in Piazza, il festival cinematografico annuale eccezionalmente in versione drive-in. Saranno due i film presentati in anteprima americana: Romanistan di Luca Vitone e il lungometraggio Io non sono leggenda di Andrea Mastrovito – rispettivamente il primo e il 15 agosto.
Continua infine l’esposizione Arte Povera: una selezione di dodici artisti dello storico movimento italiano teorizzato da Germano Celant. Tra i capolavori in mostra i disegni e le sculture di Mario Merz, Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Jannis Kounellis e Giulio Paolini. “Lo staff di Magazzino ha lavorato alacremente per garantire che il museo soddisfi, e addirittura superi, i massimi standard di igiene e sicurezza previsti dal Centro di Controllo Malattie e dai presidi statali, regionali e locali”, ha aggiunto Calabrese. “Siamo impazienti di riaccogliere i visitatori e iniziare questo nuovo capitolo”.
[Immagine in apertura: Installation view of Homemade at Magazzino Italian Art (July 9 – September 7, 2020) with Francesco Simeti’s works. Photo by Alexa Hoyer. Courtesy of Magazzino Italian Art]