"Yoko Ono: The Learning Garden of Freedom" è l'ampia retrospettiva che il Serralves Museum of Contemporary Art sta dedicando alla celebre artista e performer. Un percorso che ricostruisce sei decenni di ricerca e produzione, estendendosi anche nel parco che circonda il museo progettato dall'architetto Álvaro Siza.
Il Serralves Museum of Contemporary Art di Porto si conferma una delle istituzioni culturali più stimolanti del Portogallo, con un programma espositivo di rilievo anche nel periodo estivo. Così, a due anni di distanza dalla monografica Anish Kapoor: Works, Thoughts, Experiments, il museo portoghese progettato dall’architetto Álvaro Siza ospita fino al 15 novembre prossimo Yoko Ono: The Learning Garden of Freedom.
Prima mostra dedicata all’opera dell’artista di origini giapponesi nel Paese, la retrospettiva ricostruisce sei decenni di ricerca e produzione, dimostrando la strenua volontà di Ono a perseverare nell’impegno verso le più urgenti questioni estetiche, politiche e sociali del nostro tempo. Opere su carta, oggetti, installazioni, registrazioni audio e film, materiali di archivio raramente esposti ritmano un percorso concepito dal curatore Christophe Cherix, già autore del volume Yoko Ono’s lightning years (2015), per favorire un’immersione nel pensiero di questa pionieristica performer e artista concettuale.
Infatti, più che i materiali finali, sono le idee la componente distintiva dell’opera di Yoko Ono: tra queste, alcune si possono qualificare come poetiche, assurde e utopiche; altre acquisiscono la forma di oggetti; altre ancora finiscono per essere abbandonate. Tratto peculiare del suo processo creativo, oltre al fatto di essere l’esplicito riflesso del suo atteggiamento socio-critico, sono le cosiddette Instructions, vere e proprie linee guida, orali o scritte, rivolte agli osservatori che sono così chiamati a svolgere un ruolo molto più attivo di quanto normalmente previsto.
Nel percorso della mostra, che occupa anche gli spazi esterni del museo estendendosi nel suo parco, emerge anche il ruolo del linguaggio come elemento qualificante del suo processo creativo. Nonostante l’eterogeneità delle opere esposte, ovunque i visitatori incontreranno lavori basati sull’uso della parola scritta, riprodotta sulle pareti, sugli schermi o su supporti appositamente installati nel verde che circonda l’edificio. Il parco, infine, ospita anche l’emblematica Wish Tree, 1996/2020: l’opera, installata tra ulivi secolari, invita chiunque la osservi a esternare il proprio desiderio di pace, legandolo al ramo dell’albero.
[Immagine in apertura: Yoko Ono: The Learning Garden of Freedom, exhibitionn view at Serralves Museum of Contemporary Art di Porto, Portogallo. Photo © Filipe Braga]