L’arte è donna al National Museum of Women in the Arts, che acquisisce oltre 170 opere

12 Luglio 2020

Joana Vasconcelos, Rubra, 2016; Murano glass, wool yarn, ornaments, LED lighting, polyester, and iron, 69 1/4 x 43 in. diameter; National Museum of Women in the Arts, Gift of Christine Suppes; Photo by Francesco Allegretto

A qualche mese di distanza dal toccante progetto espositivo digitale promosso in concomitanza del Mother’s Day 2020, nel quale sono stati analizzati i profili delle artiste Mary Cassatt, Lola Álvarez Bravo, Suzanne Valadon, Elizabeth Catlett e Louise Bourgeois, l’attenzione torna a concentrarsi sul National Museum of Women in the Arts di Washington, DC per un’importante novità. Seppur ancora chiusa, per effetto della pandemia, l’istituzione statunitense continua a perseguire i propri obiettivi non solo attraverso le iniziative online.

In qualità di unico grande museo al mondo esclusivamente dedicato alla difesa e conoscenza delle donne attraverso l’arte, il NMWA ha infatti annunciato di aver ampliato la propria collezione, acquisendo oltre 170 opere. Si tratta di un corpus di lavori che gli consentirà di proseguire nell’impegno di raccontare la più completa e inclusiva storia delle donne nell’arte, con particolare riguardo per la scena contemporanea. La maxi acquisizione include 166 fotografie della famosa documentarista americana Mary Ellen Mark, provenienti dal Photography Buyers Syndicate, un ritratto su larga scala dell’artista Delita Martin, tre scatti della fotografa di origini libanesi Rania Matar e una scultura dell’artista portoghese Joana Vasconcelos.

QUATTRO ARTISTE E OLTRE 170 OPERE

Siamo così grati ai generosi donatori che hanno reso possibili queste acquisizioni“, ha dichiarato la direttrice del museo, Susan Fisher Sterling, aggiungendo che tale crescita della collezione consente di riflettere “un ampio spettro di approcci innovativi all’arte contemporanea“. Eccezione fatta per la fotogiornalista Mary Ellen Mark, scomparsa nel 2015, le restanti tre autrici sono in attività e operano in settori distinti. Nata nel 1972, attraverso i suoi lavori Delita Martin intende definire una nuova iconografia della cultura afroamericana, espressamente basata sulla tradizione africana, sui ricordi personali e sulle connessioni tra le generazioni. Disegna, cuce, dipinte e crea collage, puntando su un uso simbolico del colore e sulla combinazione delle tecniche. Eseguito nel 2018 e presentato in una recente mostra personale, Believing In Kings è ora entrato nella collezione del NMWA.

Nota per le sue eccentriche ed esuberanti creazioni, l’artista portoghese Joana Vasconcelos è autrice di interventi che indagano l’identità collettiva delle donne tanto nell’arte, quanto nella società. L’audace scultura Rubra (2016), alta quasi un metro e ottanta e realizzata in vetro di Murano, è la sua seconda opera divenuta parte della collezione del museo. Conclude il “quartetto” la fotografa documentarista Rania Matar, che si dedica all’esplorazione delle problematiche dell’adolescenza e della femminilità, sia negli Stati Uniti che in Medio Oriente. Della sua produzione il NMWA possiede ora tre opere appartenenti alla serie SHE: avviata nel 2016 e ancora in corso, esamina le figure femminili intorno ai vent’anni, ovvero nella fase in cui la maggior parte di loro lascia la famiglia per intraprendere una vita indipendente, andando incontro a pericoli, possibilità e sfide.

[Immagine in apertura: Joana Vasconcelos, Rubra, 2016; Murano glass, wool yarn, ornaments, LED lighting, polyester, and iron, 69 1/4 x 43 in. diameter; National Museum of Women in the Arts, Gift of Christine Suppes; Photo by Francesco Allegretto]